Palazzo Madama, capannello di senatori Cinque Stelle. Si parla di
candidati alla Presidenza della Repubblica. Della selezione on line
che comincia questa mattina. I soliti nomi. Gino Strada, la Bonino,
Rodotà. Poi anche la Boldrini e Zagrebelsky. «Prodi? Prodi no, ma come
si fa? Come lo raccontiamo ai nostri che Prodi è il nuovo che
avanza?».
Dibattito acceso. Finché uno di loro si stacca dal gruppo con un
bicchiere di spremuta d'arancio. Lo appoggia su un tavolino. Ha gli
occhi che gli brillano. Il viso gli si apre in un sorriso feroce. «La
vuole vedere una mail?». Scusi? «Me l'ha girata un collega della
Camera, mi pare favolosa». Favolosa? Compulsa lo smart phone. È una
comunicazione al gruppo di Roberta Lombardi, la portavoce del
MoVimento a Montecitorio. Comincia così: «Casaleggio mi ha cazziata
perché vi dico troppo». Boom. Ma che cosa vuole dire? Le
interpretazioni sono mille.
Davvero Casaleggio richiama all'ordine i portavoce perché comunicano
col gruppo? Ci sono cose che non si devono sapere? Hanno ragione
quelli che parlano di un piano oscuro? Il senatore Cinque Stelle offre
la prima chiave di lettura: «Se qui fossimo inquieti come alla Camera,
per il Pd sarebbe una pacchia. E mi pare ovvio che qualcuno non ami la
Lombardi e la voglia mettere in difficoltà. Comunque io non ci credo
che Casaleggio dica queste cose». Non ci crede? «Diciamo che spero non
sia così». Dunque la Lombardi parla a vanvera?
È una giornata complicata per la portavoce Cinque Stelle. Lo sono
tutte. Ma oggi si chiude in una riunione che dura sette ore per
discutere dello Statuto. Alle nove e mezza di sera, quando risponde al
telefono, è evidentemente stremata. Non ha neanche più la voglia di
arrabbiarsi. Dice: «Certo che l'ho scritta quella mail. Ma è
raccapricciante che sia uscita. Poi c'è qualcuno che si stupisce che
abbia deciso di non dire a nessuno dove ci saremmo visti con Grillo».
Scelta sua? «Certo. Scelta mia. E la rivendico. Proprio perché di
certe persone non ci si può fidare. Non penso che siano traditori. Di
sicuro hanno smanie di protagonismo». Forse. Chissà. Resta
quell'incipit pericolosamente ambiguo: «Casaleggio mi ha cazziata
perché vi dico troppo». Ma troppo cosa? Troppo di che? E perché lei lo
comunica? «Bisogna contestualizzare». Contestualizziamo. «Quella mail
è uscita dopo l'ennesima riunione fiume in cui c'eravamo detti un
sacco di cose, come sempre. Dibattiti accesi.
Differenze e decisioni prese a maggioranza. Avevamo parlato anche di
comunicazione. Noi siamo liberi di fare quello che ci pare.
Immaginiamo scenari, gestiamo i soldi e i collaboratori, ma per
statuto la scelta della struttura che si occupa della comunicazione è
lasciata alla Casaleggio». Vabbè, ma che significa? «Che alcuni di noi
si erano messi a fare commenti eccessivi sulle figure identificate. E
Casaleggio si è limitato a ricordare il regolamento. Tutto qui».
Forse. A Casaleggio non piace che le sue scelte diventino oggetto di
dibattito? È normale? Il Movimento della trasparenza ha pareti opache?
«Solo per voi. Per noi sono luminose». Sfinita. La Lombardi saluta.
Come cantava De André? «Madamadorè (...) paga il riscatto con le borse
negli occhi piene di foto di sogni interrotti». Quando succede che il
risveglio diventa dolorosamente brusco?
Nessun commento:
Posta un commento