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6 dic 2012

Opa Gangnam Style Spa Un tormentone da 10 milioni La hit di PSY è una macchina da soldi. Tra spot tv, download da I-Tunes e clic su Youtube, il re del K-Pop è già diventato uno degli uomini più ricchi di Corea. "Ci ha fatto capire il futuro del mercato della musica", dice Larry Page, ad di Google (uno dei primi beneficiari della Opagangnam-mania)

MILANO - Sette note e una pioggia d'oro. L'OpaGangnamStyle-mania, a sei mesi dalla nascita, ha già cambiato la storia delle musica. E, soprattutto, riempito le tasche di Park Jae-sang - alias Psy, l'estroso autore del tormentone 2012 - e dei fortunati imprenditori (chi più, chi meno) che hanno beneficiato del successo virale del video coreano: Google, Apple, la nonna e il papà del cantante, i suoi produttori e - loro proprio non se l'aspettavano - gli azionisti della Hite Jinro. I titoli del distillatore di Seul, infatti, sono schizzati al rialzo del 7,6% in poche ore quando Park, durante un concerto, si è dissetato davanti a 80mila spettatori con una bella sorsata del loro Soju, la vodka locale. 

I conti, naturalmente, sono ancora parziali. L'Opa Gangnam Style Spa però ha già reso al suo fortunatissimo interprete qualcosa come 10 milioni di dollari. Stravolgendo - e questa è la grande novità per l'industria della canzone - le regole degli affari nel settore. La vendita secca del disco, in sè, è un particolare quasi secondario. Negli Stati Uniti, per dire, è stato downloadato 2,7 milioni di volte a un prezzo di 1,49 dollari. Fatta salva la percentuale che si tiene Apple - poco più del 30%, sostengono gli insider - l'incasso per l'ugola d'oro del K-Pop asiatico è stato di 2,4 milioni di dollari circa.

Un'altra discreta fonte di reddito sono gli spot legati al video su Youtube. L'Opa Gangnam, a un passo dal miliardo di visualizzazioni, ha già polverizzato il record di canzone più cliccata della storia, surclassando "Baby", la hit di Justin Bieber. Secondo TubeMogul Park si sarebbe messo in tasca, grazie alla piattaforma controllata da Google, 870mila dollari. "E' un caso di scuola, stiamo scrivendo una pagina di futuro della musica" ha festeggiato Larry Page, numero uno del motore di ricerca. Ne ha ben motivo visto che Google prende la metà (altri 870mila dollari circa) degli incassi pubblicitari legati ai download su Youtube. L'aspetto più bizzarro è che Park ha diritto a una percentuale pure sui video dei suoi milioni di imitatori in giro per il web. C'è il Gangnam di Obama, quello di Putin, uno di Ban ki Moon. Alla fine però chi ci guadagna sono sempre il cantante e Google.

La vera gallina dalle uova d'oro per il cantante coreano è però la tv. Il successo virale in ogni angolo del mondo del suo tormentone l'ha trasformato in una sorta di icona globale e in una calamita per gli sponsor. E' corteggiato per tutte le puntate finali di X-Factor, per i tanti "Today show" del pianeta. E da buoni negoziatori i personal-manager hanno imparato a "vendere" la sua presenza a carissimo prezzo. Da giugno a oggi, secondo le stime di mercato, Park ha monetizzato gettoni televisivi per qualcosa come 5 milioni di euro. C'è poi chi brilla di luce riflessa. Della Vodka Hite Jinro si è già detto. In scia a Park si è accodata pure mezza famiglia. Papà e nonna del fenomeno di Seul sono i principali azionisti della Di semiconduttori, impresa hi-tech quotata alla Borsa sudcoreana. Per motivi insondabili agli esperti di finanza - ma chiari a chi sa di vivere in una società liquida - i titoli dell'azienda sono decollati, salendo del 30% in poche settimane non appena Park ha sbancato il botteghino. E la nonna, forte della saggezza dei vecchi, ha provveduto a liquidare una parte del suo pacchetto azionario conscia che sui mercati, come nella vita e nella musica, nulla e per sempre e che dall'alto si può solo cadere. Lei adesso è a posto. E il nipote, un clic e una comparsata in video alla volta, sta sistemando almeno un altro paio di generazioni della famiglia Jae-Sang.

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