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6 apr 2011

Processo Ruby: «Premier contumace» Mossa >>Ruby non sarà parte civile

IL PROCESSO RINVIATO AL 31 MAGGIO, PROBABILMENTE IL CAPO DEL GOVERNO CI SARÀ

Si è aperto e subito interrotto a Milano il dibattimento a carico di Berlusconi accusato di prostituzione minorile

Folla fuori dal palazzo di giustizia a Milano per il processo Ruby (Albertario)
Folla fuori dal palazzo di giustizia a Milano per il processo Ruby (Albertario)
MILANO - Si è aperto e subito interrotto il processo a Milano sul caso Ruby a carico del premier. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, assente, è stato dichiarato contumace dai giudici della quarta sezione penale. Silvio Berlusconi, attraverso una lettera depositata dal suo legale ai giudici, ha fatto sapere che avrebbe voluto «partecipare» all'udienza, ma fa presente di avere oggi «impegni istituzionali». Il premier ha consentito comunque lo svolgimento dell'udienza anche in sua assenza senza alcun legittimo impedimento.

PRESENTE L'ACCUSA - Per l'accusa c'erano i pubblici ministeri Antonio Sangermano e Ilda Bocassini mentre per la difesa era presente, come sostituto processuale, l'avvocato Giorgio Perroni. In aula anche Paola Bocciardo, legale della stessa Ruby. Il processo una volta aperto, è stato subito rinviato al 31 maggio prossimo. Alla prossima udienza dovrebbe partecipare il premier Silvio Berlusconi. Lo ha dichiarato il senatore del Pdl Piero Longo uno dei legali del premier. Longo ha anche aggiunto anche di aver «sentito il premier» dopo le decisioni del tribunale e che, però, «non ha commentato».

PARTE CIVILE - Karima El Mahroug in arte Ruby Rubacuori, la ragazza che secondo l'accusa avrebbe avuto rapporti sessuali a pagamento con il premier quando era minorenne non si è costituita parte civile. Per il suo legale, Paolo Boccardi, la ragazza ha subito soprattutto «danni mediatici ma non imputabili a Silvio Berlusconi». L'avvocato spiega che la ragazza «non ha ritenuto giusto costituirsi parte civile perchè ritiene di non aver subito alcun danno per essere andata qualche volta ad Arcore nè per aver frequentato il premier».
L'avvocato nello spiegare i motivi per cui la sua assistita ha deciso di non costituirsi parte civile contro il premier ha spiegato che una scelta del genere «contrasta con quello che Karima ha sempre detto, e cioè di non essere mai stata oggetto di atti sessuali da parte del presidente del Consiglio. L'altro motivo della sua scelta - ha proseguito l'avvocato Boccardi - è che Karima ha sempre affermato di non essersi mai prostituita mentre questo processo dà per scontato che si sia concessa dietro pagamento». Il legale di Ruby ha poi aggiunto: «Tutto questo contrasta con quello che Karima ha detto ai pm e con quella che è la sua verità. Essere parte civile significa chiedere i danni e Karima - ha precisato il legale - non ritiene di avere avuto alcun danno per essere andata qualche volta ad Arcore nè per aver frequentato il presidente del Consiglio». «Per lei - ha concluso il legale - il danno è stato mediatico perchè è stata additata in tutto il mondo come prostituta anche se non ci sono in questo senso dichiarazione di alcuna persona ma solo presunzioni».
All'udienza di oggi ad eccezione dell'Arcidonna, tramite l'avvocato Monica Gambirasio, nessuno si è costituito parte civile anche se per farlo ci sarà spazio anche nella prossima udienza.

LA DIFESA DEL PREMIER - «Oggi l'elemento significativo dell'udienza è che nessuna persona, nè funzionari della questura nè la signorina Ruby, si è costituita parte civile» ha detto a questo proposito l'avvocato Giorgio Perroni, un altro dei legali del premier, aggiungendo: «Siamo convinti che da questo processo verrà fuori l'estraneità di Berlusconi da tutti e due i reati contestati». Perroni ha spiegato anche che la possibilità di presentare un' istanza ai giudici del processo sul caso Ruby per chiedere la sospensione del dibattimento in attesa che venga definita dalla Consulta la questione del conflitto di attribuzione è «un argomento che valuteremo in queste settimane». Perroni non è voluto entrare nel merito di eventuali istanze o richieste e si è limitato a dire che l'ipotesi di richiedere una sospensione del processo in attesa dei pronunciamenti della Corte Costituzionale sul conflitto di attribuzione, votato martedì dalla Camera, è «un argomento che valuteremo».

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