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6 apr 2011
PARLA BARBARA SERRA, L'INVIATA DI AL JAZEERA ENGLISH «La cosa più difficile? Spiegare agli arabi che cos'è il bunga bunga»
La giornalista: «Questa storia è oro colato, Berlusconi interessa al mondo»
MILANO - Rovista nella borsa poi tira fuori il trucco a prova di sole, «testa» il microfono, si posiziona sotto il diffusore di luce, dà un'ultima occhiata alla posta sul cellulare e via... in onda su Al Jazeera English. Barbara Serra, milanese di nascita, 36 anni, è il volto di punta del network arabo con il compito di raccontare la surreale giornata del processo a Silvio Berlusconi nella quale la principale attività dei giornalisti era quella d'intervistare altri giornalisti.
Barbara è solo una tra le centinaia di reporter e troupe straniere (120 accreditati) presenti davanti al Palazzo di Giustizia di Milano per la prima udienza del Rubygate. Tutt'intorno colleghi australiani, canadesi, turchi e argentini. Unici assenti i giapponesi, già super impegnati sul fronte interno. E ora che il sipario si è chiuso, dopo solo sette minuti «cronometrati» di udienza, la maggior parte corre a Ventimiglia a caccia di migranti diretti in Francia per massimizzare le spese della trasferta.
«È un po' difficile - esordisce Barbara Serra - raccontare all'estero i dettagli giudiziari di questa storia e soprattutto il vostro sistema giudiziario. Ad esempio da voi si sa già tutto prima. Da noi è impensabile. Sarei stata licenziata se avessi descritto prima del processo una storia simile in Inghilterra. Ma questa vicenda va raccontata. Ritengo che "giornalisticamente" valga oro colato: ci sono i soldi, il potere e il sesso e poi accade tutto in Italia. Se fosse successo in Germania non so se avrebbe destato lo stesso interesse».
La giornalista di Al Jazeera, che di recente conduce anche la trasmissione «Cosmo» su Raitre, confessa che la cosa più difficile è raccontare che cosa è il bunga bunga. «Non sono entrata nei dettagli, ho spiegato cosa si dice in giro delle feste "particolari" a casa del primo ministro. L'Italia e Berlusconi - spiega - rivestono una posizione chiave, molto delicata anche per le recenti crisi mediorientali e per questo interessa al pubblico di Al Jazeera. Berlusconi dovrebbe dimettersi? Non so, posso solo dire che in Inghilterra questa situazione non potrebbe succedere. Chi non si dimette mai, come si è visto, sono i leader dei paesi del nord Africa».
E quando le si chiede se questa storia all'estero ha un impatto negativo per il nostro paese Barbara risponde: «Ciò che colpisce all'estero è l'impatto di queste notizie, la headline, e questa headline a mio giudizio può molto danneggiare il paese». Le donne e Berlusconi: come raccontare questa storia al mondo arabo? «Io mi considero una fiera femminista. Mi sorprende che in Italia le donne trovino accettabili cose che non lo sono. Questa storia però conferma tutti gli stereotipi negativi, soprattutto quelli riferiti agli uomini italiani. Per questo da italiana sono infastidita. Quanto succede è la prova che non tutto il mondo è paese perché questo non lo stiamo vedendo in altri paesi ma lo stiamo vivendo in Italia». Ci sarà alla prossima udienza, il 31 maggio? «Già vivo tra Fiumicino e Heathrow. Ma spero di tornare».
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