LA REPLICA ALLE RESTRIZIONI DECISE OLTRALPE: «NON VOGLIONO IMMIGRATI? ESCANO DA SCHENGEN»
Dopo l'alt di Parigi, Maroni incontra il ministro dell'Interno francese per cercare un'intesa sui migranti
Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni (Lapresse) |
A «PORTA A PORTA» - Intervenendo giovedì sera a «Porta a Porta», il responsabile del Viminale ha detto di non trovare giustificazioni nella politica di sbarramento messa in atto da Parigi. Molti degli immigrati sbarcati in Italia hanno detto chiaramente di non volersi fermare nel nostro Paese e di avere come meta altre nazioni europee, in primis la Francia, punto di riferimento naturale per tutte le popolazioni dell'area maghrebina. Ma proprio per questo il governo di Sarkozy teme una vera e propria invasione e per questo ha stabilito ulteriori restrizioni per l'ingresso di stranieri sul proprio territorio - obbligo di possesso di un passaporto e delle risorse necessarie al proprio sostentamento - creando di fatto le condizioni per respingere alle frontiere coloro che siano in possesso di un solo permesso temporaneo di soggiorno, documento che le autorità italiane hanno deciso di rilasciare alle migliaia di profughi arrivati in questi giorni dal Nord Africa. La conseguenza sarebbe che gli immigrati arrivati in Francia dall'Italia, in Italia potrebbero poi essere riaccompagnati: «E' un nostro diritto rimandarli indietro» ha detto Gueant.
LA RICERCA DEI DISPERSI - Nel frattempo, sul fronte del soccorso ai migranti che hanno affrontato il viaggio attraverso il Canale di Sicilia, va registrato che restano purtroppo senza esito le ricerche di dispersi del naufragio avvenuto martedì notte a 39 miglia ad sud di Lampedusa. Sarebbero almeno 250 le persone che ancora mancano all'appello. Le operazioni sono andate avanti per tutta la giornata di giovedì e proseguiranno anche venerdì. L'area del mare Mediterraneo, dove si è verificata la tragedia, è stata battuta da elicotteri, aerei e navi di ogni reparto. La Guardia di Finanza e la Capitaneria di porto si sono avvicendate nelle operazioni ma l'impeto del mare non ha dato loro alcuna speranza. I corpi dei dispersi sono quasi sicuramente sul fondo del mare e non riaffioreranno fino a quando le condizioni meteo non saranno migliorate e le forti correnti sparite.
IL PRIMO RIMPATRIO - È invece salpata attorno alle 7,30 fa dal molo di Cala Pisana, a Lampedusa, la nave «Flaminia» della Tirrenia, con a bordo diverse centinaia di migranti. La nave, secondo quanto di apprende, dovrebbe approdare oggi prima a Catania e poi a Livorno. Con il trasferimento di questa notte, nel centro di accoglienza dell'isola rimangono ormai soltanto alcune decine di migranti. Giovedì notte, invece, è decollato dall'aeroporto dell'isola un aereo con una trentina di migranti diretti a Tunisi: si tratta del primo rimpatrio dopo la firma dell'accordo italo-tunisino di martedì scorso. I tunisini rimpatriati avrebbero tutti dei precedenti penali, secondo quanto riferito da alcune fonti all'Ansa. Secondo le stesse fonti sarebbero state le stesse autorità tunisine a fornire l'elenco di chi aveva precedenti con la giustizia. Ci sono stati però momenti di tensione al centro di accoglienza di contrada Imbriacola dopo la diffusione della notizia del rimpatrio forzato. Nel timore di essere rimpatriati anche loro, i 74 tunisini che erano arrivati mercoledì assieme a quelli adesso espulsi, hanno protestato animatamente e solo a tarda notte le forze dell'ordine hanno riportato la calma. L'ultimo sbarco di tunisini è avvenuto nell'isola alle 0,30 della notte di mercoledì, quando sono arrivati 104 migranti su un barcone soccorso dalla Guardia Costiera.
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