E CONVERSAZIONI DELL'OTTOBRE 2010, PRIMA CHE L'INDAGINE FOSSE DI DOMINIO PUBBLICO
Luca Giuliante alla sua ex assistita: bisogna informare il presidente
L'avvocato Luca Giuliante (foto Salmoirago) |
Sette di sera del 7 ottobre 2010, 19 giorni prima che il Fatto sveli l'esistenza di una inchiesta in corso sui rapporti tra il premier e la minorenne marocchina. Inchiesta invece ovviamente nota a Ruby, che i pm avevano interrogato 5 volte fino al 3 agosto, e al suo avvocato Luca Giuliante, tra le altre cose già tesoriere del Pdl milanese, consigliere dell'università Bocconi, avvocato di Fiorani e di Lele Mora, ex consigliere provinciale nella giunta di Ombretta Colli. Ed è Giuliante a spiegare a Ruby di aver «lanciato un fumogeno» al premier, «chiaramente non potendolo raggiungere direttamente e potendolo fare solamente attraverso un'interposizione: quando mi convocherà, io gli esporrò quello che sta accadendo in modo tale che poi ci diamo tutti quanti una regola su come muoverci (...). Se siamo su una barca e c'è il mare mosso, per superarlo non bisogna buttare nessuno a mare (...). Sarò, come dire, il tuo capitano Nemo».
Già l'intercettazione tra Berlusconi e Nicole Minetti dell'1 agosto 2010, pubblicata dal Corriere della Sera, mostrava che nel bel mezzo degli interrogatori di Ruby, e 48 ore prima dell'ultimo e più delicato, l'avvocato era andato in Regione Lombardia dalla Minetti ad avvisarla dell'esistenza di un'inchiesta del pm Forno su Ruby. Ma ora, sempre nei brogliacci depositati nel processo, si percepiscono i sussulti di ulteriori mobilitazioni. Come il 3 ottobre.
Giuliante: «Eh, però Ruby io te l'avevo detto dall'inizio che bisognava tenere bassa l'attenzione, è inevitabile ormai...».
Ruby: «È inevitabile perché una volta che (i pm, ndr) hanno l'evidenza non puoi negare davanti l'evidenza... c'avevano le foto con la Minetti, con la Carfagna, io non potevo negare niente (in realtà le foto non esistono, ndr). Poi le affermazioni della Michelle, della Pasquino, che tutte hanno parlato di me come papi-girl, capito? (...) Domani ti mando quella lì che l'abbiamo finita (una nota scritta che l'avvocato aveva sollecitato al fidanzato di Ruby, ndr) e tu parla con Lele, parla con lui direttamente, vede cosa potete fare. Perché veramente non so come uscirne».
Giuliante: «Va bene, cerco martedì di andare a parlare con il Presidente».
Nella tarda serata del 6 ottobre c'è, come qui già riportato settimane fa sulla base di alcuni sms del fidanzato di Ruby, il misterioso «interrogatorio» a Ruby fatto da non si sa chi (non dai pm, che avevano smesso di ascoltarla il 3 agosto), nel quale la ragazza avrebbe riferito a un «avvocato» e all'«emissario di lui» alcune «scene hard con il pr... con la persona». E adesso questa intercettazione del 7 ottobre, tra Ruby e l'avvocato, aggiunge un'altra tessera.
Giuliante: «Non so dirti quando, ma ci sarà un momento in cui questa storia, se non in tutto, in parte verrà fuori e quindi, inevitabilmente, ci troveremo a dover affrontare un mare molto mosso. Tu secondo me non ne esci male, è più problematica la posizione dello zio eh, lo zio col quale io spero di poter parlare al più presto per poter fare un attimino il punto della situazione perché...».
Ruby: «Con chi?».
Giuliante: «Con lo zio Silvio. Per forza, bisogna informarlo, Ruby, bisogna informarlo, almeno sapere che cosa succede, credo che anche lui si debba preparare a un certo punto, poi magari non succede, siamo tutti contenti, ma avere un contraccolpo mediatico da questa vicenda».
Ruby: «Ma s'incazzerà vero?».
Giuliante: «E sai Ruby, io non lo so, a me l'unica cosa che interessa è sapere che cosa è confluito nei verbali (...). Quello che è confluito nei verbali ci mette in difficoltà, ma non ci mette in pericolo, eh, quindi questo è un dato, e poi, parliamoci chiaro, lui è un uomo adulto... se le sceglie queste cose»
.
Nessun commento:
Posta un commento