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15 mar 2011

Yara, i due Dna trovati sul corpo non appartengono ai suoi familiari

Il procuratore Meroni: "I profili genetici sono stati trovati su un guanto". E non appartengono

nemmeno agli amici della ragazza, uccisa subito dopo il sequestro. "Forse è morta di freddo"

C'erano "il reggiseno della ragazzina, gli slip e i pantaloni leggermente tagliati". E su un guanto di Yara Gambirasio,come già anticipato da Repubblica, sono state trovate due tracce di Dna, una maschile e femminile, di persone non parenti e non conosciute agli inquirenti". Lo ha detto il procuratore capo di Bergamo, Massimo Meroni, durante una conferenza stampa in Procura. "La ragazza è stata uccisa subito dopo la scomparsa, nell'arco di qualche ora. E c'è alta probabilità che sia morta nel luogo dove è stata trovata". Ma, ha aggiunto il procuratore, non si sa se la tredicenne "sia stata ferita lì", colpita con un'arma da taglio "al collo, al polso, al dorso e forse anche sulle gambe". E non ha escluso che "sia morta di freddo".

Gli inquirenti al momento non sono in grado di sapere se chi l'ha aggredita l'abbia anche uccisa o abbandonata, magari in stato di incoscienza e ferita, non lasciandole comunque scampo. L'unica certezza è che i primi esami medico-legali hanno confermato che "nessuna delle lesioni riscontrate ha provocato la morte", anche se possono aver "concorso" al decesso. Il settimanale Oggi riferisce poi di due tagli precisi, netti, profondi sui polsi di Yara, provocati da una lama affilatissima e scoperti dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo.

Quanto ai segni trovati sul corpo, i magistrati escludono che possa trattarsi di simboli esoterici. "I segni - ha spiegato - si trovano in basso, verso la vita, ma non direi che compongano un disegno specifico: sembrerebbero casuali. Non sembrano lesioni legate a una difesa da parte della bambina. Sembrano fatti con un'arma da taglio, ma non siamo in grado di dire di che tipo esattamente". In tre mesi non c'è comunque un novero di persone su cui concentrare le indagini. Il procuratore lo ha confermato rispondendo con un secco "no" alla domanda di un giornalista.

"Vorrei sperare che almeno si riesca a capire come sia morta la bambina", è stata l'amara conclusione del procuratore. Le indagini potrebbero portare a "cambiamenti significativi sulla base di accertamenti che però richiederanno molto tempo, anche mesi. Non è ancora stata consegnata una relazione sulle analisi. Agli esperti erano stati concessi tre mesi, ma penso che non saranno sufficienti. Gli elementi che abbiamo ora li ho chiesti per poterli dare espressamente ai giornalisti. Comnunque io non sono mai ottimista o pessimista quando c'è un'indagine: mi attengo ai dati reali".

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