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20 mar 2011

Raid in Libia, i timori dei vescovi «Speriamo tutto si svolga rapidamente»

L'ATTACCO NEL PAESE DI GHEDDAFI

Bagnasco: «Rispetto per tanta povera gente in difficoltà». Il ministro Frattini: «Avanti fino a quando il Raìs cadrà»


Il cardinale Angelo Bagnasco (Ansa)
Il cardinale Angelo Bagnasco (Ansa)
MILANO - «Speriamo che si svolga tutto rapidamente, in modo giusto ed equo». Commenta così l'inizio dei bombardamenti in Libia il cardinale Angelo Bagnasco. In visita pastorale alla Chiesa di Nostra Signora del Rimedio, in piazza Alimonda a Genova, il presidente della Cei ha auspicato «il rispetto e la salvezza di tanta povera gente che in questo momento è sotto gravi difficoltà e sventure». «Preghiamo per la salvezza del popolo libico» ha detto anche l'arcivescovo di Genova.

FRATTINI - Dalle pagine di Avvenire, anche il ministro degli Esteri Franco Frattini è tornato a parlare di quanto deciso dalle forze alleate. «La nostra scelta è irreversibile, assolutamente irreversibile. Andremo avanti fino a quando il regime non verrà rovesciato». Il titolare della Farnesina ha ribadito come in questo momento l'Italia non poteva «defilarsi»: «Questo è il momento della responsabilità. E confermare l'impegno italiano è stata la scelta giusta perché era in gioco il prestigio internazionale e non potevamo certo correre il rischio di essere marginalizzati». Con un occhio poi alle polemiche interne della Lega, GFrattini ha voluto sottolineare che «se la conseguenza dello scontro libico dovesse davvero essere un'ondata migratoria, l'Italia avrà uno straordinario argomento in più per rivendicare il burden sharing con l'Europa».

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