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20 mar 2011

I magistrati protestano: proclamato lo «stato d'agitazione»

RIFORMA DELLA GIUSTIZIA - RIUNIONE DEL COMITATO DIRETTIVO DELL'AMN

Palamara, presidente Anm: «Diffondere informazioni sullo stato della giustizia ai cittadini». Sciopero rinviato 

a dopo il 5 aprile, dopo l'incontro con Napolitano


MILANO - In apertura della riunione del Comitato direttivo dell'Associazione Nazionale Magistrati, il presidente Luca Palamara ha annunciato «la proclamazione dello stato di agitazione dell'intera categoria», invitando i colleghi magistrati «ad una mobilitazione generale attraverso la diffusione delle schede di valutazione sulla riforma presenti sul sito dell'Anm». Palamara ha poi indicato come ulteriore punto delle iniziative di protesta contro la riforma della Giustizia l'eventuale delibera di «ulteriori incontri con le autorità istituzionali nonchè la convocazione di un'assemblea straordinaria per decidere la mobilitazione». Ogni iniziativa, comunque, sarà formalizzata dopo l'incontro di una delegazione della Giunta con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in programma il 5 aprile. Proclamare lo «stato di agitazione», di fronte a una riforma che «rischia di minare in radice l'indipendenza e l'autonomia» della magistratura. È la proposta che il presidente dell'Anm, Luca Palamara sottopone al comitato direttivo centrale del sindacato delle toghe, riunito oggi a Roma. L'idea di Palamara, è quella di fissare una nuova riunione del Parlamentino dopo l'incontro, previsto per il 5 aprile, con il capo dello Stato, per «deliberare forme di protesta». Rinviare, dunque, qualsiasi ipotesi compresa quella dello sciopero, mantenendo invece lo stato di agitazione, con l'invito «ai colleghi - ha detto Palamara - ad una generale mobilitazione per diffondere informazioni sullo stato della giustizia ai cittadini», valutando di deliberare «ulteriori incontri istituzionali e la proclamazione di un'assemblea straordinaria».

UNITI CONTRO - «Sin dall'inizio avevamo deciso di non esprimere valutazioni prima di venire a conoscenza del testo della riforma della giustizia perché non volevamo rivestire il ruolo dell'avversario preconcetto e pregiudiziale», ha detto Palamara in merito alle voci su una possibile spaccatura interna all'Anm. «La nostra posizione è unitaria, con un dissenso profondo per il merito della riforma e per il metodo usato». C'è stato, ha aggiunto il presidente del'Anm «un clima di dileggio e offese nei confronti della magistratura prima che la riforma fosse presentata. Quando parliamo di riforma punitiva ci riferiamo anche al metodo e alla tempistica non disgiunta, evidentemente, da tutte le vicende giudiziarie accadute in questi mesi». Venerdì il segretario Anm Giuseppe Cascini, parlando al comitato direttivo centrale del sindacato delle toghe, aveva detto che la maggioranza di governo «non ha la legittimazione storica, politica, culturale e anche morale» per parlare del tema della giustizia, in corso di svolgimento presso gli uffici dell'Anm nella sede della Corte suprema di Cassazione.

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