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21 mar 2011

Libia, gli attacchi non si fermano Usa: comando andrà a franco-britannici

GLI INSORTI: DALL'INIZIO DELLA RIVOLTA ABBIAMO PERSO 8000 UOMINI

Gates: presto passaggio di consegne del controllo della missione a team costituito da Francia e Gran Bretagna


Caccia italiani in azione
MILANO - Non si fermano gli attacchi contro la Libia della coalizione anti-Gheddafi. L'operazione «Odissey Dawn» è giunta al terzo giorno e domenica ha visto esordire nei combattimenti anche i Tornado italiani che sono stati impegnati nel distruggere i sistemi radar libici. L'operazione sarebbe perfettamente riuscita. I nostri Tornado sono poi regolarmente ritornati alla base di Trapani da cui erano decollati. Secondo l'ammiraglio americano Mike Mullen, capo degli Stati maggiori riuniti Usa la prima ondata di attacchi ha permesso di stabilire la no-fly zone sulla Libia. Ora comincia la seconda fase quella che prevede l'attacco alle forze di rifornimento delle truppe del Colonnello Gheddafi.

ATTACCHI - Sono continuati inoltre anche gli attacchi di altri Paesi della coalizione come le incursioni di diversi velivoli britannici, sebbene gli aerei dell'aviazione di sua Maestà, da una certa ora della notte, non abbiano più lanciato missili su obiettivi sensibili. «Per la seconda volta, anche il Regno Unito ha lanciato dal Mediterraneo missili (da crociera) Tomahawk da un sommergibile di classe Trafalgar nel quadro di un piano coordinato della coalizione per applicare la risoluzione» del Consiglio di sicurezza dell'Onu che autorizza il ricorso alla forza contro il regime del colonnello Muammar Gheddafi, ha spiegato il generale John Lorimer, in un comunicato del ministero della difesa britannico, ricordando il nuovo attacco da sottomarino effettuato dalle forze armate del Regno Unito.

Missili Tomahawk sulla LibiaMissili Tomahawk sulla Libia     Missili Tomahawk sulla Libia     Missili Tomahawk sulla Libia     Missili Tomahawk sulla Libia     Missili Tomahawk sulla Libia     Missili Tomahawk sulla Libia     Missili Tomahawk sulla Libia

CAMBIO DI COMANDO - Gli Stati Uniti hanno annunciato che passeranno «nei prossimi giorni» il comando dell'operazione; il presidente americano Barack Obama vuole infatti consegnare l'incarico di guidare l'intervento militare alla Nato o ai franco-britannici, per non gravare troppo sulle forze armate statunitensi, già impegnate in due conflitti. Il Segretario alla Difesa Usa, Robert Gates, ha tuttavia sottolineato come sia più probabile che l'intervento venga affidato a un comando franco-britannico, a causa della «sensibilità» araba verso un altro intervento dell'Alleanza Atlantica nel mondo musulmano. «Continueremo a sostenere la coalizione, saremo partner della coalizione, avremo un ruolo nella coalizione, ma non avremo un ruolo di spicco», ha detto il ministro, citato dal quotidiano britannico «Times».

Colpito bunker di Gheddafi

VITTIME - Intanto c'è un primo bilancio del conflitto sul campo tra le forze del Colonnello e gli insorti. Sono oltre 8.000 i ribelli rimasti uccisi dall'inizio della rivolta al regime libico Gheddafi. «I nostri morti e martiri sono più di 8.000», ha detto a Sky News il portavoce del Consiglio nazionale di transizione di Bengasi, Hafiz Ghoga, che ha anche criticato gli appunti mossi domenica dal Segretario generale della Lega araba, Amr Moussa, ai bombardamenti lanciati dalla comunità internazionale in Libia. 
Un portavoce del governo francese ha invece detto di non avere informazioni sul fatto che civili siano rimasti uccisi negli attacchi sulla Libia da parte della coalizione.

Khamis Gheddafi (al centro con divisa e mostrine rosse) (Archivio Corsera)
Khamis Gheddafi (al centro con divisa e mostrine rosse) (Archivio Corsera)

KHAMIS GHEDDAFI - Circolano in Libia voci circa la morte di Khamis Gheddafi, figlio del colonnello Muammar, che sarebbe deceduto ieri a Tripoli. Secondo quanto ha annunciato il sito dell'opposikzione libica «Al-Manara», Khamis sarebbe morto per le ferite riportate nei giorni scorsi, quando un pilota dell'aviazione libica passato con l'opposizione avrebbe aperto il fuoco contro di lui nei pressi della caserma di Bab al-Aziziya, nel centro di Tripoli. La notizia non è stata ancora confermata, ma sta già facendo il giro dei media arabi. Khamis Gheddafi era a capo di una delle brigate del regime impegnate a combattere contro gli insorti. Sesto dei figli del colonnello, aveva il grado di capitano dell'esercito ed era responsabile del reclutamento e dell'addestramento dei soldati mercenari africani
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