Accolte le conclusioni del procuratore Giovanni Ferrara e dell'aggiunto Pierfilippi Laviani, secondo i quali nel 2008 non vi fu da parte dell'allora presidente di An e del tesoriere alcun artificio o raggiro nella cessione a una società off-shore dell'appartamento di Boulevard Princess Charlotte
ROMA - Il presidente dei Gip del Tribunale di Roma, Carlo Figliolia, ha disposto l'archiviazione dell'inchiesta sulle presunte irregolarità legate alla cessione di un appartamento a Montecarlo ereditato da An. Il presidente dei Gip ha di fatto recepito le conclusioni del procuratore Giovanni Ferrara e dell'aggiunto Pierfilippi Laviani, secondo i quali nel 2008 non vi fu da parte dell'allora presidente di An, Fini, e del tesoriere, Francesco Pontone, alcun artificio o raggiro nella cessione a una società off-shore dell'appartamento di Boulevard Princess Charlotte, che il partito ereditò nel 1999 dalla contessa Anna Maria Colleoni (FOTO 1).Secondo quanto deciso nella vicenda non sono stati quindi ravvisati fatti penalmente rilevanti. Con l'archiviazione dell'indagine cade l'ipotesi di reato di truffa formulata nei confronti del presidente della Camera Gianfranco Fini e del senatore Pontone. Dunque, secondo chi indaga, la documentazione riservata sull'appartenenza delle società off-shore Printemps ltd, Timara ltd e Jaman Directors ltd, tutte con sede a Santa Lucia, non ha rilevanza. Nel sostenere l'assenza di elementi penalmente rilevanti 2, la procura, che aveva iscritto sul registro degli indagati per truffa aggravata l'attuale presidente della Camera
e il senatore Pontone il giorno stesso della richiesta di archiviazione, riteneva che la questione della vendita dell'immobile, avvenuta a un prezzo inferiore al valore di mercato, poteva presentare al massimo aspetti civilistici.
L'indagine della procura aveva preso il via dalla denuncia presentata da due esponenti di La Destra, Roberto Buonasorte e Marco Di Andrea, che si erano poi opposti alla richiesta di archivazione. Secondo i denuncianti, i pm avevano omesso, tra l'altro, di sentire Giancarlo Tulliani, fratello dell'attuale compagna di Fini, che, stando alla documentazione consegnata dal ministro della Giustizia del governo di Santa Lucia, risulterebbe titolare delle varie società off-shore protagoniste, in tempi diversi, della compravendita dell'appartamento di Montecarlo. La procura, però, aveva definito del tutto "irrilevante" il contenuto della carte fatte pervenire "con una nota riservata e confidenziale" al nostro ministero degli Esteri dal governo di Santa Lucia.
Dalle indagini, avevano spiegato i pm, "è risultato che Fini, all'epoca della vendita, era amministratore esclusivo dell'associazione/partito Alleanza Nazionale, con tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, sicchè il predetto, in autonomia, ha deciso e disposto la vendita dell'appartamento, senza artifizi e/o raggiri e senza induzione di terzi in errore". A parere dei magistrati di piazzale Clodio, "nessun ruolo penalmente rilevante" poteva "assumere la condotta del senatore Pontone, il quale, nel caso in esame, ha rivestito la mera figura di mandatario dell'onorevole Fini, firmando l'atto notarile di compravendita alle condizioni indicate dal mandante e in virtù di procura generale a lui conferita il primo dicembre 2004 dal presidente Fini stesso".
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