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16 mar 2011

Aerei, 2010 (quasi) da boom

Traffico: i dati dell'Airport International Council. Passeggeri aumentati del 6,3 per cento; merci del 15. Ma volano soprattutto i mercati emergenti. Pechino secondo scalo dopo Atlanta

Un 2010 buono, persino oltre le aspettative, sul fronte del traffico aereo, secondo i dati preliminari diffusi dall'Airports Council International a Montreal, relativi ai 900 scali più importanti del globo, che coprono circa un 93 per cento del movimento. 

Traffico passeggeri salito del 6,3 per cento. Traffico merci in ascea addirittura più che doppia, 15,2 per cento rispetto all'anno precedente  Dati che potrebbero costituire un importante indicatore di ripresa economica, e che arrivano nonostante due freni importanti (in particolare per l'Europa e in parte per il versante opposto dell'Atlantico), come l'eruzione del vulcano islandese Eyjafjalla, e le tempeste di neve di inizio inverno, che hanno significativamente compromesso due interi mesi, aprile e dicembre. Ma, c'è un ma, almeno per il mondo occidentale. Quello che già molti osservatori ipotizzavano quando la recensione era al picco, sta puntualmente accadendo: Europa, Nordamerica e Giappone vanno avanti piano mentre Cina, Sudest Asiatico e altri paesi emergenti volano in doppia cifra. Scorporando per grandi aree, infatti, si scopre che l'America ha registrato un modestissimo incremento del 2,4 per cento, l'Europa si è fermata al 4,3. Molto meglio sono andate le aree emergenti o addirittura povere: nell'ordine, l'Africa ha totalizzato un incremento dell 8,8, il Medio Oriente e l'Asia-Pacifico sono avanzati dell'11,5 e ancor meglio ha fatto l'America Latina, a quota 12,1.

Nel comparto merci (posta inclusa) le carte si rimescolano un po': va meno bene l'Africa (più 9,4 per cento, abbondantemente sotto media), mentre l'Europa, a più 17,6 è seconda e incalza da vicino l'Asia Pacifico a 18,6. Stentano ancora gli Usa a 11,2. Ancora, l'Asia registra il massimo incremento sul fronte dei passeggeri internazionali (cioè stranieri rispetto all'aeroporto di transito), con un più 14,2 per cento, seguita dal Medio Oriente a 12,1 e dall'Africa a 10,4. In questo settore, l'Europa registra l'incremento minimo, più 4.5 per cento contro il 5,7 del Nordamerica e il 7,5 medio, leggermente più alto del dato sul traffico passeggeri globale, che era, come detto del 6,3. 


In tutto, i passeggeri che hanno volato attraverso i 900 aeroporti principali (contati in decollo e atterraggio ma non in transito), sono 4,652 miliardi, il che ha permesso di affermare a Angela Gittens, direttore di Aci, che "Il 2010 è stato il primo anno della storia in cui si è superata quota 5 miliardi". Il tutto, e questo non dispiacerà certo alle compagnie aeree, a fronte di un movimento globale di velivoli in calo dell'1 per cento.

Nella top ten dei singoli aeroporti, Atlanta, nodo in cui chiunque vola attraverso gli Stati Uniti si trova prima o poi a fare tappa, si mantiene al comando sia nella classifica dei passeggeri (89,3 milioni) che in quella dei movimenti di velivoli (950mila), ma Pechino, almeno come totale di persone in atterraggio-decollo, incalza al secondo posto, a 73 milioni, ma con un incremento del 13 per cento, contro l'1,5 dello scalo della Georgia. Chicago, terza, scavalca Londra: Heathrow, tra gli scali top 30, è l'unico che vede il traffico passeggeri in calo (0,2) assieme a Las Vegas. Al quinto posto c'è Tokyo Haneda, poi Los Angeles, Parigi, Dallas Fotr Worth, Francoforte, e Denver a chiudere la top ten. Tra gli scali emergenti, grandi exploit per Dubai (14ma con un incremento del 15,4), Giacarta, Indonesia (più 18,4), Shanghai (più 27,2). Roma è 26ma a 36,2 milioni di passeggeri, con un discreto più 7,2 per cento in più.

"Le cifre del 2010 rimarcano la resilenza del traffico legato agli affari - ha concluso Angela Gittens. - Passeggeri e merci sono cresciuti in misura abbondantemente superiore rispetto al Pil, e le aspettative di crescita dei prossimi anni creano le premesse per una crescente richiesta di trasporto aereo".

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