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27 feb 2011

Sul Web spopola il Zenga-zenga, la canzone con le parole di Gheddafi

E' diventato l'inno della rivolta. «Il discorso aveva tutti gli elementi per diventare un successo»



TEL AVIV – “Li staneremo come ratti! Porta a porta! Casa per casa! Appartamento per appartamento! Di

strada in strada!...”. Quando l’ha sentito in tv gridare così, il Pazzo di Tripoli sotto assedio e sotto scacco, il deejay Noy Alushe ha avuto una folgorazione: «Il discorso di Gheddafi aveva tutti gli elementi d’un successo. Le parole usate a tormentone, come in uno di quei riti tribali africani che chiamano zenga zenga. E poi i vestiti speciali che indossava, le mani alzate in segno di vittoria come si fa a un rave party… Fantastico. Ho aggiunto un po’ di musica trance, una ragazza che ballava: ho pensato subito che sarebbe stato un bel divertimento, anche se non m’aspettavo un successo del genere…». Invece "Zenga zenga" ha impiegato pochi giorni per diventare la colonna sonora della rivolta libica: suonata nelle strade di Bengasi, ritmata via web da stazioni radio e tv, spedita via mail, la canzone creata da Noy ha avuto solo su YouTube oltre 400mila contatti. Il videoclip è l’inno assai poco ufficiale, ma sentitissimo, della nuova Libia che avanza sul bunker del dittatore: «Sono travolto da un’ enorme onda di simpatia dal mondo arabo. Mi dicono che il mio mix è diventato una specie di grido di battaglia delle manifestazioni. E dire che quasi tutti ignorano la mia identità…».

INNO CON LA STELLA DI DAVID - Origini tunisine (“ma non ho fatto in tempo a preparare una canzone anche per Ben Alì: è caduto troppo presto”), 31 anni, Noy è un giornalista-musicista-animatore israeliano che vive a Tel Aviv. «Ho ricevuto messaggi dal Bahrein, dall’Iraq, dall’Egitto e ovviamente dalla Libia – racconta -. La maggior parte non sa che sono ebreo e pure israeliano. Quando lo scoprono, molti m’insultano. Scrivono: "Morte a Israele". Uno mi ha detto che questa è la prova che ci sono gli israeliani e i loro complotti, dietro questa rivoluzione che sta spaccando gli arabi. Un altro dall’Egitto ha amesso: «E’ vero, sei un ebreo e io ti odio. Però hai fatto un grande remix!’…». Da qualche angolo d’ortodossia religiosa, c’è chi se la prende per quella ragazza seminuda che balla sulle parole del leader libico. Ma i più apprezzano: «Spero che ci sia la pace» (da Kuwait City), «quando Gheddafi sarà caduto, lo suoneremo dappertutto» (da Misurata), «hai fatto vedere il ridicolo di quest’uomo» (da Beirut), «fai un videoclip anche su Assad» (da Damasco), «adesso tocca all’Iran» (da Parigi)…

E’ INTERNET, BELLEZZA - In qualche Paese, tipo l’Arabia Saudita, per qualche ora lo «Zenga zenga» non è stato accessibile. Ma anche i censori più occhiuti si sono dovuti arrendere presto: «E’ l’ennesima dimostrazione – dice il deejay – di come il mondo sia ormai connesso. E’ la bellezza d’internet e nessuno può farci nulla». A Noy non dispiacerebbe inventarsi qualcosa d’altro: «Se butti fuori un buon prodotto e lo spingi bene su Facebook e su Twitter, sei sulla strada buona per fabbricare un successo mondiale». Leader d’una band, Hoveveitzion, il musicista telavivi ha un’idea che per varie ragioni, non solo l’assonanza, sarebbe un seguito della Gheddafi-story: «Me l’ha data uno che m’ha scritto: fare anche un bunga bunga con Berlusconi e un po’ di belle donne che gli ballano intorno. Potrebbe funzionare». Lo spunto non è nuovo, Elio e Le Storie Tese hanno già dato, ma Noy sostiene che un rap berlusconiano sarebbe in fondo nelle sue corde: l’altra canzone che in Israele l’ha reso famoso, qualche tempo fa, s’intitola «Voglio delle ragazze»…

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