Sanremo 2011 non è solo un grande evento nazional-popolare, ma è anche il momento clou della campagna commerciale della Rai: inevitabile quindi che le cifre dei cachet circolino dietro le quinte e creino anche qualche polemica. Polemiche, che ci sia concesso, appaiono del tutto strumentali a chi di tv un po' ne capisce. La Lega Nord reagisce male ai 200.000 euro del cachet diBenigni, ritenendo la cifra troppo cara per le casse della Rai, mentre Vladimir Luxuria lancia un'indiscrezione sul compenso di Morandi: solo 600.000 euro, con Belen e la Canalis liquidate con 150.000 euro a testa. Beh, se veri, prezzi decisamente al ribasso.
Nel 2009 Bonolis percepì un milione di euro, qualcosa in meno la Clerici nel 2010 e con questi precedenti i 600.000 euro (lordi) di Gianni Morandisuonano come un costo 'fuori mercato', dettato dalle difficoltà economiche della Rai (che cerca di limitare i costi) e dalla volontà di Morandi di affrontare questa sfida. Addirittura Vladimir Luxuria parla di soli 150.000 euro lordi a testa per Belen Rodriguez ed Elisabetta Canalis per 5 giorni di Sanremo: un'inezia, considerato l'appeal che la loro presenza al Festival ha potuto avere sugli inserzionisti pubblicitari.
E sono sempre i soldi a scatenare le ire della Lega Nord, che contesta la presenza a Sanremo 2011nella serata di domani, giovedì 17 febbraio, quella dedicata all'Unità d'Italia: troppi 200.000 euro per 30′ di esibizione, tuona il Carroccio, che fa populismo spicciolo mettendo a confronto il costo-minuto di Benigni con quello di un qualsiasi lavoratore (magari precario) d'Italia e (coraggiosamente, va detto) con le indennità dei parlamentari italiani.
"Il patriota Benigni con la sua morale di 30 minuti prende il 60% in più dell'indennità di carica di un anno di un parlamentare italiano – tuona il senatore della Lega Nord Cesarino Monti – Dove sono i moralisti? Dove sono quelli che pagano il canone? Dove sono i ricercatori, i cassintegrati, i precari e coloro che vivono con 1.200 euro al mese? Anche nel grande contenitore di precari come la Rai, questo rientra nell'amor patrio". Che tenti solo di evitare l'esegesi dell'Inno di Mameli, da sempre contestato e 'ignorato' dalla Lega?
Solite banalità qualunquiste, diciamocelo: la tv ha altri parametri, lo sappiamo, e i 200.000 di Benigni si traducono in fior di soldi per la Rai in inserzioni pubblicitarie: è un po' come sparare a zero sui compensi milionari dei conduttori senza che questi vengano messi a confronto con gli introiti guadagnati dalle loro trasmissioni. Comunque ci pensa Morandi a spegnere la 'febbre' della Lega: "Benigni dovrebbe essere pagato quattro volte in più di quanto la Rai deciderà di pagarlo".
Ancora più pretestuosa l'osservazione di Libero, che grida alla scandalo per il 'doppiopesismo' della Rai, che ha avuto Benigni gratis a Vieni Via con Me e ha deciso di sborsare 200.000 euro per averlo a Sanremo (cachet peraltro standard dell'attore toscano, al netto del legittimo sovrapprezzo Festival). Per fortuna ha risposto Mazza nel Question Time: "La storia di Vieni Via con Me è tutta particolare e quindi non fa precedente; il compenso di Benigni è in linea con i compensi per una prima serata di Sanremo". Punto.
E sono sempre i soldi a scatenare le ire della Lega Nord, che contesta la presenza a Sanremo 2011nella serata di domani, giovedì 17 febbraio, quella dedicata all'Unità d'Italia: troppi 200.000 euro per 30′ di esibizione, tuona il Carroccio, che fa populismo spicciolo mettendo a confronto il costo-minuto di Benigni con quello di un qualsiasi lavoratore (magari precario) d'Italia e (coraggiosamente, va detto) con le indennità dei parlamentari italiani.
"Il patriota Benigni con la sua morale di 30 minuti prende il 60% in più dell'indennità di carica di un anno di un parlamentare italiano – tuona il senatore della Lega Nord Cesarino Monti – Dove sono i moralisti? Dove sono quelli che pagano il canone? Dove sono i ricercatori, i cassintegrati, i precari e coloro che vivono con 1.200 euro al mese? Anche nel grande contenitore di precari come la Rai, questo rientra nell'amor patrio". Che tenti solo di evitare l'esegesi dell'Inno di Mameli, da sempre contestato e 'ignorato' dalla Lega?
Solite banalità qualunquiste, diciamocelo: la tv ha altri parametri, lo sappiamo, e i 200.000 di Benigni si traducono in fior di soldi per la Rai in inserzioni pubblicitarie: è un po' come sparare a zero sui compensi milionari dei conduttori senza che questi vengano messi a confronto con gli introiti guadagnati dalle loro trasmissioni. Comunque ci pensa Morandi a spegnere la 'febbre' della Lega: "Benigni dovrebbe essere pagato quattro volte in più di quanto la Rai deciderà di pagarlo".
Ancora più pretestuosa l'osservazione di Libero, che grida alla scandalo per il 'doppiopesismo' della Rai, che ha avuto Benigni gratis a Vieni Via con Me e ha deciso di sborsare 200.000 euro per averlo a Sanremo (cachet peraltro standard dell'attore toscano, al netto del legittimo sovrapprezzo Festival). Per fortuna ha risposto Mazza nel Question Time: "La storia di Vieni Via con Me è tutta particolare e quindi non fa precedente; il compenso di Benigni è in linea con i compensi per una prima serata di Sanremo". Punto.
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