L'EX MINISTRO DELLA GIUSTIZIA FORMERÀ IL NUOVO GOVERNO AD INTERIM
Blocco dei beni del Raìs, embargo alle vendite di armi. Ashton (Ue): «La repressione avrà delle conseguenze»
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu vota le sanzioni contro la Libia (Epa) |
«MESSAGGIO FORTE» - «Spero che il messaggio sia ascoltato e preso in considerazione dal regime in Libia» ha commentato il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, congratulandosi per il voto unificato, un voto - ha detto - che «manda un messaggio forte che le gravi violazioni dei diritti umani di base non possono essere tollerate». La linea dura decisa dal Consiglio è appoggiata dalla missione libica alle Nazioni Unite, che in una lettera sostiene le misure contro i «responsabili degli attacchi armati contro i civili libici, anche attraverso la Corte penale internazionale». La lettera è stata firmata dall'ambasciatore Mohamed Shalgham, ex sostenitore di Gheddafi che ha avuto un drammatico ravvedimento dopo lo scoppio delle repressioni. Venerdì Shalgham aveva chiesto al Consiglio di muoversi velocemente per fermare il bagno di sangue. Si muove l'Europa: l'Alto rappresentante per la politica estera Catherine Ashton ha detto che la repressione avrà «conseguenze» e ha chiesto di nuovo la fine «immediata» delle violenze e delle violazioni dei diritti umani. «Gheddafi e le autorità libiche sanno che le loro azioni inaccettabili e scandalose avranno conseguenze - spiega Ashton -. L'impunità contro i crimini commessi non sarà tollerata». Anche la Russia prende posizione: in una telefonata al collega libico Musa Kusa, il ministro degli Esteri di Mosca Serghiei Lavrov ha condannato l'uso «inaccettabile» della forza contro i civili.
FARNESINA - Roma plaude alle decisioni del Consiglio Onu. «L'Italia ha condiviso sin dall'inizio con i principali partner europei e con gli Stati Uniti la linea delle sanzioni mirate, che poi verranno riprese e articolate ulteriormente dall'Unione europea - ha detto il portavoce della Farnesina Maurizio Massari -. Il voto all'unanimità è molto significativo e dimostra un salto di qualità sia dell'Onu che dell'Unione europea, in particolare nella parte della risoluzione che prevede il deferimento dei crimini commessi in Libia dopo il 15 febbraio alla Corte penale internazionale. Ci fu un precedente con il Darfur nel 2005 - ha ricordato Massari -, ma allora si astennero Cina, Russia e Stati Uniti. Oggi abbiamo ritrovato una compattezza non usuale».
Egiziani in fuga dalla Libia (Reuters) |
CALMA TESA - E a Tripoli c'è una calma carica di tensione. Colpi singoli e a raffica sono stati uditi a più riprese nella notte appena trascorsa. La città, apparentemente tranquilla di giorno, diventa pericolosissima di notte. Stamattina la situazione appare calma, le strade sono piene di auto e non si notano particolari misure di sicurezza. La capitale sembra saldamente nelle mani dei governativi, che hanno concentrato le proprie forze in periferia. Buone notizie per gli italiani in fuga dalla Libia:la nave San Giorgio della Marina militare, con 258 persone tra cui 121 italiani, è arrivata domenica mattina nel porto di Catania. Drammatica la situazione in Tunisia dove, secondo la Croce Rossa, è in atto una crsi umanitaria: solo sabato oltre 10mila persone sono fuggite dalla Libia attraverso il confine a Ras Jedir; in una settimana sono state 40mila, tra loro oltre 15mila egiziani.
Nessun commento:
Posta un commento