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23 feb 2011
Gheddafi ancora una volta in tv «Non lascio, morirò da martire»
Nuovo proclama dopo la fugace apparizione della notte: «Non sono un presidente, ma un leader rivoluzionario»
MILANO - La situazione in Libia è critica. Il bilancio dei bombardamenti sulla folla di manifestanti si aggrava e Muammar Gheddafi torna in tv, dopo la brevissima apparizione, appena 22 secondi, della scorsa notte. Questa volta è un lungo messaggio quello che il raìs rivolge alla nazione, per dire, soprattutto, che non ha alcuna intenzione di lasciare la guida del Paese. «Non sono un presidente e non posso dimettermi» ha detto il Colonnello, sottolineando di essere invece il leader della rivoluzione e di voler rimanere, «fino all'eternità, un combattente». «Resterò a capo della rivoluzione fino alla morte, morirò come un martire, come mio nonno» ha aggiunto il raìs, lanciando una sorta di guanto di sfida al popolo che da una settimana contesta il suo potere e che ne chiede le dimissioni dopo più di 40 anni. «Io - ha ricordato - sono un rivoluzionario. Ho portato la vittoria in passato di questa vittoria si è potuto godere per generazioni».
ACCUSE A ITALIA E USA - Gheddafi ha assicurato che il suo Paese non è in guerra e ha aggiunto di aver lasciato sempre il potere al popolo. «Voi avete deciso che il petrolio sia gestito dallo Stato, lo hanno deciso i comitati popolari» ha sottolineato. Riferendosi a quanto accaduto negli ultimi giorni a Tripoli, il Colonnello ha negato di aver fatto ricorso all'uso della forza. «Ma lo faremo» ha promesso pure, invitando i suoi sostenitori a scendere in piazza e a formare «comitati di sicurezza popolare». Quanto agli oppositori che hanno protestato in questi giorni, il leader libico non ha usato mezzi termini. «Hanno dato le armi ai ragazzini, li hanno drogati. Andate ad attaccare questi ratti. Le famiglie dovrebbero raccogliere i propri figli dalle strade» ha esortato Gheddafi, accusando anche gli Stati Uniti e l'Italia di aver «distribuito ai ragazzi a Bengasi» razzi rpg. «Se fossero confermate le parole di Gheddafi - ha replicato il ministro degli Esteri Franco Frattini - si tratterebbe di una purissima falsità che lascia sgomenti e sbigottiti». L'invito del Colonnello al popolo libico è comunque quello di «uscire dalle case» e di «attaccare i manifestanti» in quella che definisce una «marcia santa». Alla polizia e all'esercito il Colonnello ha chiesto invece di «schiacciare la rivolta».
LA MINACCIA - Una vera e propria minaccia quella di Gheddafi, che ha promesso di «ripulire la Libia casa per casa» se le proteste continueranno. In tal caso, ai «ribelli» sarà data una risposta «simile a Tienanmen e Falluja». Nel discorso trasmesso in diretta dalla televisione libica, il Colonnello ha anche aggiunto che non ha «nulla in contrario» al fatto che «il popolo faccia» una nuova Costituzione e nuove leggi e ha affermato che già mercoledì, se così si desidera, può nascere una «nuova Jamahirya» (Repubblica) nel Paese.
LA TELEFONATA - In serata Palazzo Chigi, con un comunicato, ha reso noto che «il presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, ha avuto nel pomeriggio una conversazione telefonica con il leader della Jamahiriya libica, Muammar El Gheddafi». Il leader libico avrebbe rassicurato il premier sulla situazione in Libia, dicendo che nel Paese va tutto bene e che la verità sugli eventi la dicono i media libici. Secondo l'agenzia Tmnews, nel corso del colloquio di una ventina di minuti, si è parlato anche del passaggio in cui Gheddafi ha sostenuto che l'Italia avrebbe fornito razzi ai manifestanti. Circostanza, quest'ultima, che secondo le fonti «Berlusconi ha seccamente smentito». Il cavaliere avrebbe invece fatto appello al leader libico affinché scongiuri una guerra civile. In passato, per due circostanze nell'ultimo anno, e con tutti gli onori, Berlusconi ha ospitato Gheddafi a Roma. Le lezioni di Corano impartite a frotte di hostess ingaggiate appositamente, le tende berbere a Villa Dora Pamphili, lo spettacolo del corpo dei carabinieri a cavallo, una serie di eventi eccezionali che fecero molto discutere visto la caratura del personaggio a cui erano dedicati.
MERKEL: «DISCORSO SPAVENTOSO» - Angela Merkel ha definito «spaventoso» il discorso di Gheddafi. Il cancelliere tedesco ha anche chiesto «alle autorità libiche la fine della repressione contro la popolazione». Se «le violenze non cesseranno, rifletteremo su nuove sanzioni. Le informazioni che ci arrivano dalla Libia sono estremamente preoccupanti».
LEGA ARABA - Intanto la Lega Araba ha escluso la Libia da tutte le riunioni dell'organizzazione fino a quando non risponderà alle richieste dei manifestanti e fino a quando continueranno le violenze. Lo si apprende da un comunicato.
Gheddafi, fugace apparizione nella notte
«SONO A TRIPOLI» - La notte scorsa, al termine di una giornata di caos con morti e feriti nelle maggiori città del Paese, il Colonnello aveva fatto una breve apparizione in diretta sulla tv libica dalla sua residenza di Bab al Azizia, a Tripoli. «Non dovete credere ai canali televisivi che appartengono ai cani randagi. Volevo dire qualcosa ai giovani e stare con loro fino a tardi ma poi è cominciato a piovere».
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