Dei circa 400 lavoratori del turno notturno ha votato quasi il 98% . «Scelta difficile»
MILANO - Per il futuro di Mirafiori è il giorno della verità. I lavoratori dello stabilimento torinese della Fiat stanno votando il referendum sull'accordo del 23 dicembre scorso, cruciale per il destino della fabbrica. Alta l'affluenza. In tutti i nove seggi allestiti dalla Commissione elettorale si registrano lunghe code, con tempi di attesa compresi tra i 10 minuti e la mezz'ora. Questo, in un clima tranquillo, non fa desistere i dipendenti dall'attendere il loro turno per esprimere la propria preferenza. Per votare tutti i lavoratori, in stragrande maggioranza operai, devono esibire il proprio tesserino aziendale.
Nel turno di notte allo stabilimento, ha votato il 97,7% dei 393 lavoratori presenti. Di fronte ai cancelli di Mirafiori, il clima è tranquillo ed è ancora scarsa la presenza di delegati e attivisti sindacali a sostegno delle diverse posizioni nel referendum. Tra molte bandiere colorate dei diversi sindacati e striscioni tutti contrari all'accordo, lavorano solo le truppe televisive per le dirette delle diverse reti. A metà giornata è previsto il cambio turno dei lavoratori del mattino che stanno votando nei nove seggi allestiti per loro.
SEGGI APERTI FINO ALLE 19,30- Dopo il voto dei lavoratori del turno di notte si sono aperti infatti alle 7.30 tutti e nove i seggi per il referendum interno alle carrozzerie di Mirafiori. I seggi rimarranno aperti fino alle 13. Riapriranno alle 14.30 per il turno del pomeriggio che completerà il voto dei 5.431 aventi diritto, dei quali 453 impiegati. La chiusura definitiva dei seggi è fissata per le 19.30, quando cominceranno a venire compilati i verbali in ogni seggio. Dopodiché, comincerà il conteggio delle schede. Per le scorse elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie lo spoglio ha richiesto alcune ore. In questo caso si dovrebbe trattare di un'operazione più semplice avendo da conteggiare solo i sì e i no e non le preferenze per i delegati.
«SCELTA DIFFICILE» - Tutti i lavoratori che hanno votato di notte, sia coloro che hanno votato «sì», sia coloro che hanno scelto il «no», hanno parlato di na «scelta molto difficile». Cercando di evitare telecamere e fotografi, già presenti in buon numero, per andare a casa dopo otto ore di lavoro notturno, chi ha votato «no», interrogato sulla propria scelta, è apparso in genere più convinto. «Non possiamo cancellare con le nostre mani decine di anni di conquiste e di diritti, sanciti dalle leggi e anche dalla Costituzione», ha detto un giovane operaio della catena di montaggio. I giovani in realtà erano pochi all'uscita dalla fabbrica, così come le donne. Una di queste ha spiegato: «Mi manca poco alla pensione, anche se non so ancora bene quanto visto le ultime norme: ho votato sì per salvaguardare il posto di lavoro, mio e di tutti». Ma c'era anche chi motivava con decisione il proprio «sì»: «Solo così, cambiando, possiamo attirare investimenti a Mirafiori e in Italia», ha commentato un operaio.
CAMUSSO - «Credo che non bisogna sovraccaricare i lavoratori di Mirafiori di troppe responsabilità. Quello è un modello che non va bene per descrivere un futuro» ha sottolineato il leader della Cgil Susanna Camusso. «Penso che in realtà - ha aggiunto Camusso - dobbiamo ragionare su come si discute di occupazione qualificata e di industria solida che abbia un mercato e non scarichi sui lavoratori le condizioni».
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