Successo di utenti e acquisti per il nuovo negozio di software, dopo un giorno dall'apertura. Ma esiste un metodo per scaricare alcune applicazioni senza pagare
Un milione di download. Un'ottima idea a giudicare dai risultati: oltre un milione di applicazioni scaricate da nel corso della prima giornata di apertura. Ma almeno per ora un'idea che ha bisogno di qualche aggiustamento: tramite una semplice procedura di copia e incolla è infatti possibile scaricare alcune applicazioni a pagamento, un'operazione semplice che funziona con alcune 'app' che al momento dell'acquisto non richiedono un codice di convalida specifico, ma si accontentano di uno generico.
Crack? Non si tratta di un vero atto di pirateria, ma di un aggiramento della protezione del sistema di vendita. Una piccola falla a cui Apple sta già ponendo rimedio. Ma per chi ha provato, l'escamotage ha funzionato. Basta un "copia e incolla" di un codice di licenza di una app gratuita dove andrebbe inserito quello di un software a pagamento. E se quel particolare programma che non non usa il sistema di validazione di Apple, il gioco è fatto: l'applicazione può essere scaricata a costo zero. Uno dei download a pagamento più popolare che ha risentito del trucchetto è l'ottimo videogioco Angry Birds.
Altri trucchi. La sostituzione del codice sembra però non essere l'unico modo per colpire il nuovo negozio online di Apple. Un gruppo di hacker sostiene di aver già pronto un vero 'crack', chiamato Kickback, che permetterà di scaricare le applicazioni senza pagarle. Uno degli sviluppatori, nome di battaglia 'Dissident', ha dichiarato a Gizmodo.com che il software non sarà reso disponibile immediatamente per non penalizzare gli sviluppatori. All'inizio, ha spiegato, "la maggior parte delle applicazioni che andranno sul Mac App Store saranno valide. Quando arriveranno molte applicazioni scadenti, allora probabilmente rilasceremo Kickback". E si parla anche del rilascio di Cydia anche su Mac, lo store 'alternativo' accessibile dopo aver effettuato violato le protezioni di iPhone e iPad. Una procedura non illegale, ma che invalida la garanzia dell'apparecchio.
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