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9 dic 2010

Yara, spunta la pista del maniaco molestie prima della scomparsa

Resiste anche l'ipotesi del conoscente: "La tredicenne si è fidata di chi l'ha portata via"

La testimonianza di una vicina: "Quella sera ho visto due uomini che litigavano in strada"


BREMBATE DI SOPRA - Il conoscente o il maniaco. Ecco le due piste battute ora dagli investigatori per risolvere il giallo di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa dal 26 novembre. Dissolto il castello giudiziario che pendeva su Mohamed Friki, il muratore marocchino scarcerato due giorni fa, gli accertamenti partono da un'analisi minuziosa della vita quotidiana della ragazza. I carabinieri hanno simulato il percorso che Yara faceva ogni giorno per andare a scuola a Bergamo dalle Orsoline, accompagnata dalla sorella maggiore. Risentendo e raccogliendo informazioni su tutti quelli che la incrociavano in autobus. Con un'idea: che qualcuno, magari confuso tra i passeggeri, possa aver "puntato" la piccola campionessa di ginnastica ritmica, preparandosi ad agganciarla in seguito. Uno o più molestatori come quelli segnalati a Brembate e nei paesi vicini nei giorni precedenti la scomparsa.

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Ai carabinieri di Almè, pochissimi chilometri da Brembate, la scorsa settimana era arrivata una denuncia: un uomo aveva tentato di far salire una bambina sulla sua auto fuori dalla scuola elementare. A riferire di un episodio simile, questa volta fuori dalla scuola di Brembate, è un ragazzo: una macchina con un uomo alla guida era stata notata nella settimana che aveva preceduto la sparizione di Yara fuori dalla scuola del paese. Poi, sabato scorso, di quell'auto non si era più avuta traccia. Stando ai tabulati telefonici, è poco dopo l'uscita dalla palestra che Yara diventa irreperibile. Qualcuno che già girava in paese nei giorni precedenti poteva averla presa di mira e ha colto l'occasione - lei che tornava sola a casa in un giorno in cui non aveva allenamenti - per portarla via? La ginnastica ritmica è ritenuta, come gli sport femminili di palestra, un mondo potenzialmente alla portata di guardoni e pedofili: le gare sono aperte a tutti e i video dei saggi sono diffusi anche su Internet.

Cercare nella cerchia dei conoscenti e degli amici di Yara - l'altra pista - significa invece approfondire meglio il mondo della ragazzina. Si sta studiando il suo diario, valutato, a una prima analisi, come quello di una ragazza tutta sport e famiglia, senza amicizie o contatti che potessero far pensare. "Conosceva chi l'ha portata via" insistono alcuni investigatori. Ora ogni confidenza, ogni annotazione viene riletta con la massima attenzione, alla ricerca di riferimenti a possibili nuove conoscenze che possano aver attirato Yara verso l'ignoto. L'ipotesi, suffragata dalle tracce fiutate dai cani, che la ragazza possa essere uscita dalla direzione opposta a quella di casa sua, magari accettando un passaggio da qualcuno, va in questa direzione.

Con entrambe le ricostruzioni - ma soprattutto con la prima - si accorda la testimonianza del 19enne Enrico Tironi, che dice di aver visto la ragazza parlare con due uomini in auto la sera della scomparsa. Ieri un'altra vicina di casa, Marina Ambeni, intervistata dal Tg5, ha ricordato qualcosa di simile, parlando di due uomini che litigavano in italiano, così come ha riferito, qualche giorno fa, una guardia giurata. Ieri al comando provinciale dei carabinieri e in questura non sembrava un giorno di festa: gli investigatori erano al lavoro come sempre, facendo setacciare l'area industriale, le strade e un boschetto vicini. Ma il ritrovamento di un giubbotto, uno scooter, una tenda e un telefonino non hanno schiarito il buio sulle sorti della ragazza.

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