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9 dic 2010

Trattativa sul filo, Fli agitata. Berlusconi: Non lascio

Contatti tra il presidente della Camera Fini e il sottosegretario Letta. Oggi summit finiani. Colombe: No dimissioni premier

Roma, 9 dic. (Apcom) - Poco importa se Italo Bocchino abbia realmente varcato il portone di Palazzo Grazioli per incontrare Silvio Berlusconi. L'effetto della notizia, trapelata sui media, ha complicato se possibile ancora di più una situazione già ingarbugliata. In fondo anche Gianfranco Fini continua a sentire quotidianamente Gianni Letta: i due si sono sentiti, oggi potrebbero vedersi a Montecitorio. Un tentativo di trattativa per evitare di arrivare al 14 dicembre in piena contrapposizione esiste anche se tra gli stessi protagonisti c'e' chi lavora per soffocare in culla ogni tentativo d'intesa. Ieri è stato il giorno della crisi lampo, ipotesi lanciata da Italo Bocchino. Secca la risposta consegnata da Silvio Berlusconi ai suoi: "Discutiamo di tutto, ma l'unica ipotesi che non esiste è che io mi dimetta". Ma l'ala trattativista di Fli si spinge oltre, fino a ipotizzare un accordo che non preveda le dimissioni del Cavaliere: "Ma è Berlusconi deve dare una risposta entro 48 ore". E se la giornata di festa non ha impedito al premier contatti e incontri con diversi fedelissimi a palazzo Grazioli, lo stesso vale per Fini e Casini che anche ieri si sono sentiti. Certo in casa Udc non è stata accolta con entusiasmo la notizia dell'avvio di una trattativa che vedrebbe coinvolti il braccio destro di Fini e il premier in persona. "Se si tratta di una tattica per tenere insieme le diverse anime di Fli è un conto - spiega un centrista - se sono trattative solo tra loro se ne assumeranno la responsabilità". Per Fini però non è agevole tenere insieme falchi e colombe. Silvano Moffa, Giuseppe Consolo e Catia Polidori, tre di quelli che hanno firmato la mozione di sfiducia solo dopo essere stati ricevuti in separata sede dal presidente della Camera, continuano a spingere per evitare il passaggio delle dimissioni del premier. Stessa linea di altre colombe di peso del partito, da Roberto Menia ad Andrea Ronchi. Ma Fini è consapevole dei rischi di cedere su questo punto, come gli ha detto anche oggi uno dei suoi deputati più oltranzisti: "Così perdiamo la faccia". E anche i falchi Pdl temono un'intesa che preveda come primo punto un loro passo indietro, perché fra le richieste finiane c'è anche quella di un deciso ridimensionamento degli ex An rimasti nel Pdl. Le dimissioni di Berlusconi, però, restano per l'Udc la condizione irrinunciabile per entrare in un nuovo esecutivo. Il Presidente della Camera potrebbe incontrare oggi di buon mattino Letta. Poi vedrà i big di Fli, i componenti dell'ufficio politico, e quindi parlerà ai coordinatori regionali futuristi. Aloro consegnerà la linea, frutto dei contatti delle ultime ore e degli ultimi sviluppi. Difficile arretrare dalla richiesta di dimissioni, anche se una colomba finiana spiega: "Se I due leader facessero l'accordo politico, poi le dimissioni sarebbero l'ultimo dei problemi".

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