Chi ha preso Yara Gambirasio, intorno alle 18,30 del 26 novembre la conosce e conosce la sua famiglia. Un'ipotesi che si era gia' affacciata ma che sembra prendere sempre piu' corpo con il passare dei giorni in cui non si e' mai smesso di cercarla. Da ieri anche in un'azienda che raccoglie pietrame e materiale per l'edilizia, accanto alla falegnameria in cui lavora il padre della ragazza di 13 anni ormai scomparsa da 12 giorni. Per tutta la giornata gli investigatori hanno setacciato l'area industriale: in un vicino boschetto sono stati trovati vari oggetti: un giubbotto, uno scooter, una tenda. Nei pressi di una rotonda stradale anche un telefonino.
Nulla, pero', che, a una prima analisi, possa ricondurre alla ragazzina. Una tredicenne che difficilmente avrebbe dato confidenza a degli sconosciuti: anche da questa considerazione la pista dei conoscenti. Come, forse, quei due uomini che altrettanti testimoni avrebbero visto con lei nei pressi del palazzetto dello sport di Brembate in cui Yara e' solita allenarsi e da cui e' sparita. In mattinata, il comandante dei carabinieri di Bergamo, Roberto Tortorella, e il questore Vito Ricciardi sono stati dai genitori di Yara, per una visita che hanno definito "doverosa". Hanno detto che le indagini "sono condotte all'unisono", tra militari e poliziotti.
E intanto nel bergmasco, ai militari del Rac, specializzati nel ritrovamento di persone scomparse, si aggiungeranno gli agenti dello Sco. La casa della ragazza, in via Rampinelli a Brembate, pero', e' stata anche meta di persone che hanno semplicemente voluto testimoniare solidarieta' alla famiglia. Tra queste anche due suore che, dopo aver incontrato i genitori della ragazza, hanno spiegato "sono stati loro a dare forza a noi". Piu' loquace la delegazione di immigrati provenienti da Padova e da alcune citta' lombarde che sono arrivati con uno striscione vicino alla casa: "La comunita' degli immigrati del Veneto porta solidarieta' alla famiglia di Yara".
Una loro delegazione ha consegnato a Maura e Fulvio Gambirasio una lettera. "Siamo un gruppo di immigrati di varie nazionalita' che hanno scelto l'Italia come loro seconda patria e proprio per questo ci sentiamo parte della comunita' italiana e non possiamo restare indifferenti davanti a tutto cio' che in questa patria adottiva accade". Immigrati 'anomali', in quanto tutti, a loro dire con cittadinanza italiana e decisamente favorevoli alla respressione dell'immigrazione clandestina ("Vanno respinti", hanno detto).
Hanno comunque trovato i genitori della ragazza scomparsa "forti e in grado di insegnarci la civilita". "Ci hanno detto che festeggeranno il Natale con Yara - ha detto un loro rappresentante -. E noi ci crediamo con loro". Nel frattempo in paese serpeggia anche qualche polemica sulla tempestivita' con cui sono cominciate le ricerche. Il sindaco di Brembate, Diego Locatelli, taglia corto: "Noi come amministrazione comunale ci siamo mossi immediatamente sin da sabato. Le modalita' investigative hanno una tempistica diversa ma tutti da subito hanno fatto il possibile".
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