Dietrofront di Obama dopo ira dell'Anp
In meno di 24 ore l'amministrazione Obama ha cambiato posizione sugli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Un portavoce del dipartimento di Stato ha dichiarato che Washington "non li considera legittimi" dopo che martedì sempre Foggy Bottom aveva reso noto che non avrebbe chiesto al governo Netnayahu una nuova moratoria. La contrastante presa di posizione odierna segue la reazione dell'Anp che aveva chiuso i colloqui di pace con Israele.
"La nostra posizione sugli insediamenti non è cambiata e non cambierà", ha sostenuto Philip J. Crowley, ribadendo che "gli Stati Uniti non riconoscono la legittimità delle colonie israeliane e continueranno a sostenere questa posizione".
Martedì erano stati la Casa Bianca e lo stesso dipartimento di Stato ad rendere noto che ogni tentativo di prolungare il congelamento degli insediamenti israeliani era fallito e con essi anche quelli di resuscitare i colloqui di pace.
Crowley ha aggiunto che gli Usa continuano a sperare in un accordo di pace nel 2011 e che l'inviato del presidente, l'ex senatore George Mitchell, tornerà in Medio Oriente per tentare per l'ennesima volta di rilanciare i negoziati.
"Accordo entro il 2011"
Gli Stati Uniti hanno ancora speranza che entro il 2011 possa arrivare un accordo di massima tra Autorità Palestinese e Israele. Lo ha speigato un funzionario del dipartimento di Stato americano.
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