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6 dic 2010

Yara, il marocchino lascerà il carcere l'intercettazione era stata tradotta male

Il pm ha chiesto di revocare la custodia cautelare per l'uomo accusato del sequestro

Il procuratore aggiunto Meroni sull'ipotesi dei due italiani coinvolti: "Non ho nulla da dire"


Il pm bergamasco Letizia Ruggeri, al termine dell'udienza di convalida del fermo del marocchino Mohammed Fikri, indagato per la scomparsa di Yara Gambirasio, non ha chiesto la custodia cautelare in carcere in quanto, con il passare delle ore, non vi sarebbero più indizi di gravità tale da richiedere quel tipo di provvedimento. Il pm ha comunque chiesto la convalida del fermo di sabato scorso ritenendo sussistenti i presupposti. Si profila, pertanto, la scarcerazione del marocchino nelle prossime ore. A determinare la scelta del pm di non chiedere la custodia in carcere del marocchino, a quanto si è saputo, vi sarebbe stata anche una nuova traduzione della frase in arabo intercettata dagli investigatori, che inizialmente suonava come: "Allah mi perdoni, non l'ho uccisa io". Alla luce della nuova traduzione la frase sarebbe invece stata una sorta di imprecazione slegata dal caso della ragazza scomparsa.

Nel frattempo i vigili del fuoco sono al lavoro per dragare e svuotare un invaso d'acqua nei pressi del cantiere edile di Mapello, dove avrebbe lavorato anche l'operaio marocchino e dove si perderebbero le tracce di Yara. A quanto si è appreso, i vigili sono arrivati in quell'area dopo una delle tante indicazioni che arrivano dagli inquirenti. Al momento, comunque, non sembra che le ricerche abbiano portato a qualche risultato.

Lo svuotamento dell'invaso

Si sono invece concluse senza esito le ricerche alle fonderie Mazzucconi di Ambivere, sul quale si erano puntati gli inquirenti nel corso della tarda mattinata. "Abbiamo chiesto la scarcerazione per mancanza di gravi indizi di colpevolezza, hanno in mano l'intercettazione ed elementi ancora più deboli", ha detto Giovanni Fedeli, legale dello studio dell'avvocato Roberta Barbieri, che difende il cittadino marocchino. L'uomo ha sempre negato al pm ogni responsabilità della vicenda. 

Le ricerche nella fonderia La ragazza scomparsa Il primo testimone Le ricerche Il cantiere perquisito  Le unità cinofile I cartelli razzisti  Le ricerche nei boschi

Quanto all'ipotesi che nell'inchiesta siano coinvolti anche due italiani,il procuratore aggiunto bergamasco Massimo Meroni ha commentato lapidario: "Non ho nulla da dire". La notizia del fermo di un italiano era stata data quasi per certa la notte stessa in cui era stato bloccato il marocchino sulla nave diretta in Nordafrica. Una notizia poi smentita categoricamente. E si apprende che prima di essere bloccato sulla nave, in partenza da Genova, Mohammed Fikri era stato già interrogato dai carabinieri e poi rilasciato. Lo sostiene uno dei cugini di Fikri, Abderrazzaq, l'uomo presso la cui abitazione a Montebelluna l'indagato risulta avere la residenza. 

Abderrazzaq ribadisce che Mohammed non conosceva Yara Gambirasio: "Ne abbiamo parlato - spiega, riferendo del suo ultimo incontro con il cugino - Era tranquillo, ma non ci siamo soffermati molto a discutere della vicenda. Mi ha solo detto che i carabinieri l'avevano interrogato per due ore facendogli tante domande, ma che alla fine l'hanno lasciato libero. Poi abbiamo cambiato discorso perché il fatto non lo coinvolgeva più di tanto".

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