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6 dic 2010

Yara, a Brembate dolore e rabbia Il sindaco: niente caccia all'uomo

Cartelli razzisti vicino alla villetta
dei Gambirasio. Cresce l'angoscia

BREMBATE SOPRA (BERGAMO)
A Brembate striscia latente la rabbia dopoil fermo per omicidio del ragazzo marocchino accusato di aver ucciso la 13enne Yara Gambirasio. Il timore è quello che l'episodio aumenti l'insofferenza per gli immigrati in una zona da sempre caratterizzata da tensioni sociali.

Un automobilista è passato davanti la strada di accesso di villa Gambirasio esponendo un cartello "Occhio per occhio, dente per dente". «Non ne possiamo più di questi immigrati - ha detto riferendosi al nordafricano fermato con l'accusa di essere coinvolto nella sparizione di Yara -, devono tornarsene a casa loro». Episodi isolati, subito condannati dal sindaco.

L'angoscia cresce. Quando nel pomeriggio ha varcato il cancello di villa Gambirasio, il colonnello dei carabinieri Roberto Tortorella si è sforzato di mostrare ancora un po' di fiducia. Ha dovuto raccontare a due genitori in angoscia, distrutti dal dolore, ma che si attaccano ancora a ogni esile filo di speranza, che la loro Yara forse non tornerà più. Papà Fulvio, geometra, e mamma Maura, maestra d'asilo, hanno ascoltato, domandano. «Però, finchè non la trovano...», hanno mormorato accompagnando il colonnello, comandante provinciale di Bergamo, al cancello. Poi la villa è tornata a chiudersi nel silenzio.

«Sono persone molto forti, e stanno vivendo anche questo momento con grande dignità», ha detto il sindaco Diego Locatelli, che sente quotidianamente i genitori. Il sindaco ha coordinato dal primo giorno i volontari impegnati a ritrovare Yara. Questa mattina Locatelli ha ristretto ancora di più l'ordinanza emessa il primo giorno per impedire alle macchine dei giornalisti e ai furgoni delle televisioni di arrivare davanti villa Gambirasio. Per via Rampinelli ora non si può più passare neppure a piedi. Quando i tg dell'ora di pranzo hanno cominciato a dare le ultime drammatiche notizie sulla sparizione di Yara, la via si è animata un pò di più. Certo, nulla a che vedere con il circo mediatico e la folla di curiosi teatro di Avetrana. C'è anche però chi non si è limitato a guardare o a chiedere informazioni sugli sviluppi del giallo. Un signore a bordo di un suv si è fermato all'altezza delle postazioni televisive e tirato fuori un cartello con la scritta "Occhio per occhio, dente per dente". Accompagnato da invettive contro gli extracomunitari. Un altro passante ha rincarato la dose. «Devono tornarsene a casa loro».

Brembate, 7.800 abitanti, è uno dei paesi a più lunga tradizione leghista. Qualcuno teme una reazione spropositata, un rigurgito razzista, ma il sindaco è categorico. «Qui non ci sarà nessuna caccia all'uomo - ha detto convinto -, qualche manifestazione isolata non ha nulla a che vedere con il sentire comune della cittadinanza». Poi ha respinto le accuse di omertà, rampognando i media per averla fraintesa con il riserbo e il rispetto e invitando i giornalisti che sono genitori a immaginare come possano sentirsi quelli di Yara. Il papà e la mamma della studentessa modello, promessa della ginnastica ritmica, scomparsa da venerdì 26 novembre, non sono usciti di casa per tutto il giorno e non hanno ricevuto visite. Li attendono ancora dolorose ore di attesa, cercando di non pensare alla loro Yara lontana dal calore della loro casa, buttata chissà dove.

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