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6 dic 2010

Da Yara alla strage di ciclisti, è intolleranza

Due marocchini e due storie di sangue: una raccontata dalla drammatica evidenza di sette lenzuola bianche stese sui corpi senza vita di altrettanti ciclisti travolti lungo la statale 18 di Lamezia Terme; l'altra avvolta ancora nel sospetto dell'omicidio di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa da otto giorni nel Bergamasco.

Quanto basta per tornare a soffiare sul fuoco dell'intolleranza razziale, con messaggi xenofobi lanciati su Facebook, cartelli che invocano la legge del taglione esposti davanti alla casa di Yara, o con rinnovate richieste da parte della Lega Nord di operare una 'stretta' sui reati commessi dagli immigrati clandestini. E' il Carraccio che, con l'europarlamentare Mario Borghezio, torna a proporre di "raccogliere le impronte digitali di tutti" perche' quanto accaduto in questi giorni dimostra la "necessita' di introdurre un'aggravante per i reati commessi dai clandestini".

Contro il "solito buonismo" nostrano si scaglia il senatore leghista Piergiorgio Stiffoni: "di delinquenti - dice - ne abbiamo talmente tanti in Italia che non serve importarne gratuitamente, cacciamoli tutti a casa loro". Prende spunto dalla "mattanza" dei ciclisti a Lamezia Terme un altro esponente della Lega Nord, Sandro Mezzatorta, per proporre di rivedere il reato di omicidio colposo determinata da veicoli: "le procure di solito applicano il dolo eventuale, dunque non intenzionale" ma - osserva - "purtroppo la giurisprudenza e' molto rigorosa e viene derubricato da omicidio doloso a omicidio colposo".

Vero e' pero' che il marocchino 21enne arrestato per la strage dei ciclisti non potra' cavarsela tanto facilmente, visto che guidava senza patente e sotto l'effetto di stupefacenti. A Brembate striscioni e cartelli hanno cominciato a comparire dopo la notizia del fermo di un 23enne marocchino sospettato dell'omicidio di Yara.

"Occhio per occhio, dente per dente", e' la scritta esposta da un automobilista davanti alla strada di accesso di villa Gambirasio; immigrati "fuori da Bergamo", compare su un lenzuolo bianco; espressioni volgari contro gli extracomunitari anche a Brembate dove il sindaco della citta', Diego Locatelli, alla guida di una giunta leghista, prende le distanze: "No, non ci sara' nessuna caccia all'uomo - assicura -. Non e' questa la reazione che mi aspetto dai miei cittadini e sono sicuro che non sara' cosi"'.

Ma intanto su Facebook sale la rabbia tra i gruppi nati dopo la scomparsa della tredicenne. "Lasciatecelo in piazza a Brembate"; "Noi non abbiamo mai cercato niente, loro vengono qui a rubarci il lavoro e violentarci le donne": sono alcuni dei commenti che si moltiplicano di minuto in minuto in rete, appresa la notizia del fermo del giovane muratore magrebino. Lui, sotto interrogatorio da ore, nega. Ma il popolo di Facebook non ha dubbi, tanto da invocare pene capitali e linciaggi.

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