«IL 14 SARÀ UNA DATA STORICA E MI FAREBBE UNA RABBIA BESTIALE NON ESSERCI»
La parlamentare del Pd e il voto di fiducia
Federica Mogherini, 37 anni, deputata Pd |
Le ha pensate tutte e ammette che sì, per un momento l'ipotesi del taglio cesareo ha fatto capolino: «Il mio medico rifiuterebbe, ma poi non esiste... La mia prima figlia è venuta al mondo con il parto naturale e anche la seconda ha il diritto di nascere normalmente». Davvero nessuno dei suoi colleghi glielo ha suggerito? «Nessuno si è azzardato. E meno male, perché me lo sarei mangiato», ride la deputata romana, che Veltroni volle nella sua segreteria. Certo, battute ne fanno in tanti, alla Camera: «Le colleghe del Pdl si preoccupano per la mia salute, mi consigliano di prendermela comoda». E altri, scherzando sulla compravendita di deputati, le suggeriscono di chiamare il premier e ricordargli quanto interessante sia il suo stato, ai fini della fiducia.
La storia della Mogherini ha un altro risvolto politico, che riguarda la tutela della maternità rispetto al voto parlamentare e quindi al mandato degli elettori. Un problema che a giugno l'onorevole sottopose al presidente della Camera con una lettera, in cui spiegava come per le parlamentari non esista l'istituto del congedo di maternità. «Noi deputate siamo delle privilegiate - ammette -. Ma il fatto che la gravidanza sia assimilata alla malattia è una distorsione, simbolica e politica». Nella lettera segnalava come, nel luogo dove si fanno le leggi, una deputata che non partecipa al voto perché è in sala parto «è formalmente malata» e contribuisce ad abbassare il quorum.
Se il 14 la Mogherini non voterà, il suo nome sui tabulati della Camera finirà nella colonna degli assenti, mentre ci vorrebbe una colonna apposita, come avviene per chi è in missione. Giorni fa, incrociandola alla Camera, Fini le ha detto di ritenere «giustissima» la sua lettera e l'ha salutata con una battuta: «Non accolgo ora la tua richiesta perché desterebbe sospetti, ma puoi metterti in missione...». Fini scherzava. Ma la battaglia solitaria della Mogherini è serissima e inizia nel 2008, quando alcuni lettori del suo blog la accusano di godere dei privilegi della «casta» a causa delle assenze per una precedente maternità a rischio, poi finita con «l'enorme dolore» dell'aborto: «Per l'opinione pubblica se una deputata non vota per una gravidanza difficile è considerata assente nelle statistiche di voto e non è giusto». Giorni di ansia, giorni di gioia. Come la chiamerete? «Con mio marito abbiamo scherzato sull'idea di battezzarla Libera, dal berlusconismo...». E invece? «La chiameremo Marta».
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