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28 dic 2010

Le 20 cose e idee più obsolete del decennio

Vhs, agenzie di viaggio, cd, mappe, fax, enciclopedie: ci ricordano quanto le nostre abitudini sono cambiate

Il videoregistratore (a sinistra) e il fax
Il videoregistratore (a sinistra) e il fax
MILANO – Come cambia velocemente il mondo in questa società effimera, nella quale tutto sembra bruciare istantaneamente per essere rimpiazzato da qualcosa di migliore, di più bello, di più rapido ed efficiente. Il giorno della vigilia di Natale la celebre testata fondata da Arianna Huffington propone una sorta di necrologio per ogni prodotto, invenzione o idea che nell'ultima decade è passato a miglior vita, ricordandone anche brevemente la data alla quale si può ricondurre la dipartita ufficiale. Nella lista troviamo non solo oggetti ormai relegati al passato, ma anche concetti che, travolti da cambiamenti epocali, stanno sparendo persino dall'immaginario delle persone.

AI PRIMI POSTI – Il primo funerale va celebrato per il Vhs e le sue videocassette, capaci ormai di far quasi sorridere al cospetto del ben più autorevole Dvd. Il Washington Post scriveva della sua morte già nel 2005: «Il Vhs è morto, a soli 29 anni di vita». A seguire troviamo nella classifica delle cose obsolete le agenzie di viaggio, ormai spazzate via dai siti e dalle applicazioni per viaggiatori digitali, capaci di offrire soluzioni ben più capillari e originali. Al terzo posto Huffington Post cita il tramonto della separazione tra vita lavorativa e privata, definitivamente annientata dopo anni di assottigliamento di un confine sempre più labile, complici il multitasking e le connessioni senza fili. Ma nella lista nera si possono trovare, come ricordato, anche concetti astratti: ne è un esempio l'oblio che, in una rete con una memoria da elefante che conserva una copia digitale di ogni pensiero e di ogni azione dei suoi utenti, semplicemente non ha più ragione di esistere. La fine del diritto di dimenticare viene sancita dall'autorevole New York Times nel luglio di questo anno con un articolo dal titolo The Web Means the End of Forgetting (Il web significa la fine dell'oblio). Gli ultimi dieci anni hanno significato anche la lenta agonia delle librerie e dei loro frequentatori, i topi da biblioteca. L'anno che verrà sarà l'anno della fine delle librerie brick and mortar (calce e mattoni) secondo le previsioni dell'editore Mike Shatzkin che nel suo blog profetizza il fallimento di molti colossi del settore, oscurati da Amazon e simili e dall'ebook. Anche l'orologio da polso è destinato a sparire, sorpassato da cellulari, laptop e gadget tutto fare che offrono un servizio molto più completo della semplice indicazione dell'orario. Uno studio del Beloit College sulle abitudini studentesche della generazione imminente concludeva pochi mesi fa: la generazione a venire non saprà più scrivere in corsivo e non conoscerà l'orologio, inteso come oggetto utile. Sopraviveranno gli orologi particolari, di lusso, capaci di regalare un valore aggiunto rispetto alla semplice indicazione pratica dell'ora.


GLI ALTRI DEFUNTI – Ma nell'ultimo decennio si sono dissolte, impercettibilmente e lentamente, tante altre cose. Nella lista c'è un posto per le linee erotiche, decisamente demodé, le cartine geografiche (impallidite rispetto alle mappa online e al Gps), la chiamata telefonica, gli annunci sui giornali, le connessioni dial-up, l'enciclopedia, il Cd, la linea fissa, le pellicole, le pagine gialle, i cataloghi, il fax. Infine, grazie al wireless sono diventati obsoleti i fili. «Nonostante per ora i fili siano ancora con noi», scrive l'Huffngton Post, «si stanno avviando a diventare una cosa del passato».

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