AUMENTI
Il 2011, dice l'Adusbef, si preannuncia come "un anno infelice" per i consumatori. E secondo i dati della Cgia di Mestre, tra il 2008 e il 2010, boom delle tariffe pubbliche, soprattutto quelle di competenza delle regioni e degli enti locali
ROMA - È in arrivo una stangata di oltre 1.000 euro sulle tasche delle famiglie italiane. Secondo i calcoli di Adusbef e Federconsumatori, tra rincari di alimentari, benzina, tariffe, assicurazioni e servizi bancari, il 2011 sarà "un anno infelice", con un impatto di 1.016 euro annui a famiglia.La voce più consistente che peserà sulle famiglie sarà quella alimentare, con aumenti annui di 267
euro, ovvero del 6%. A seguire i carburanti, per i quali, sulla scia dei previsti incrementi del petrolio (si dà ormai per scontato un rally fino a 100 dollari al barile) la spesa aumenterà di ben 131 euro l'anno. Oltre 120 euro in più saranno spesi per il trasporto ferroviario, comprese le tratte dei pendolari, mentre i prezzi dell'Rc auto cresceranno, secondo Adusbef e Federconsumatori, di 105 euro (+10-12%). Aumenti sono previsti anche per le tariffe autostradali (+2%), per quelle del gas (+7-8%) e della luce (+4-5%), per quelle dei rifuiti (+7-8%) e per l'acqua (+5-6%). L'aumento più consistente in termini percentuali è però quello del trasporto pubblico locale (+25/30%).
''Anche il 2011 - commentano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef - si prospetta un anno infelice: sia per la crisi economica, che, se non adeguatamente affrontata, non permetterà di raggiungere nemmeno l'1% di crescita del Pil, sia per i rincari che contribuiranno a ridurre ulteriormente il potere di acquisto delle famiglie''. Secondo le associazioni ''ai soliti comportamenti speculativi in tema di prezzi e tariffe, si aggiungono infatti tensioni importanti sui costi dei prodotti energetici e delle materie prime. Tutti fattori, questi, che incideranno sulla determinazione dei prezzi sia relativamente ai beni durevoli che ai beni di largo consumo, a partire da quelli alimentari''. Per questo sono ''sempre più necessarie politiche economiche completamente diverse da quelle sin qui attuate, che dovrebbero puntare ad un rilancio dell'economia sia attraverso investimenti in settori innovativi, sia con processi di detassazione esclusivamente a favore delle famiglie a reddito fisso, lavoratori e pensionati".
E, intanto, la Cgia di Mestre ha fatto un bilancio degli aumenti delle tariffe tra il 2008 e il 2010, rilevando che la crisi economica non ha frenato la corsa ai rialzi. In vetta agli aumenti i pedaggi autostradali (+10,8%), il gas (+8,9%), i trasporti ferroviari (+8,7%) e i servizi postali (+7,3%). I rincari maggiori si sono registrati sulle tariffe di competenza delle regioni e degli enti locali. Tutto questo, prosegue la Cgia, malgrado l'inflazione, nel periodo tra il 2008 e il novembre di quest'anno, sia stata solo del 2,2%. A registrare variazioni negative invece l'energia elettrica (-0,4%) e l'acqua potabile (-1,2%).
Le tariffe di competenza delle regioni e degli enti locali hanno registrato un aumento del 7,4%, mentre quelle controllate dal governo centrale hanno segnato un +6,3%. "A dimostrazione - attacca l'associazione degli artigiani - che sia gli uni, sia gli altri, a fronte della grave situazione economica, hanno fatto cassa a spese dei cittadini e delle piccolissime imprese".
Particolarmente vessate, queste ultime, poiché "i lavoratori autonomi, vale a dire gli artigiani e i piccoli commercianti" pagano le tariffe "due volte. Una come cittadini, in riferimento alle utenze relative alla propria abitazione, la seconda come gestori di piccoli negozi o botteghe artigiane".
Nessun commento:
Posta un commento