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13 dic 2010

Jolly, seconda notte fra le onde Agganciato dal rimorchiatore

Si avvia alla conclusione la disavventura dell'Amaranto, da tre giorni in avaria al largo delle coste egiziane. Il mercantile sarà trainato dalla nave soccorso. Previsto per stasera l'arrivo ad Alessandria d'Egitto


Dopo la seconda notte in balia delle onde, per il traghetto "Jolly Amaranto" della compagnia genovese "Ignazio Messina è arrivato il momento del soccorso. La portacontainer è stata agganciata da un grosso rimorchiatore che la spingerà al sicuro nel porto di Alesandria d'Egitto.

Le condizioni meteo sono nettamente migliorate rispetto ai giorni scorsi: ci sono 15-20 nodi di vento e ciò permetterà al rimorchiatore di raggiungere il porto in poco più di dieci ore. La nave è stata agganciata a circa 90 chilometri da Alessandria d'Egitto e a 45 dalla costa.

A bordo della portacontainer la situazione è migliorata. Un leggero miglioramento del mare e l'avvicinarsi del rimorchiatore inducevano già ieri a un po' di ottimismo. Il comandante, Federico Gatto, chiavarese, si è addirittura informato del risultato del "suo" Genoa, arrabbiandosi dopo aver saputo della sconfitta casalinga con il Napoli. "Non mi va nemmeno questa pressione mediatica nei confronti della mia famiglia - ha spiegato il comandante parlando con la centrale operativa della Messina - devono lasciarla tranquilla".

Ogni ora, ora e mezza, i responsabili della Messina chiamano il comandante per informarsi della posizione della nave e dello stato d'animo dell'equipaggio, 21 marinai e ufficiali, 16 italiani. "I ragazzi sono provati - risponde il comandante - ma tutti quanti hanno reagito abbastanza bene. E' gente esperta, abituata anche a navigare con certi mari. E poi siamo anche riusciti a raggiungere le nostre cabine per riposare un po' ".

Punto obbligato di ritrovo per l'equipaggio è rimasto in questi giorni il ponte di comando. Qui si radunano i ventuno membri del "Jolly Amaranto" e Athos, il cane-mascotte, una caratteristica di tutte le navi della compagnia genovese. "Il rollio costante non permetteva di lavorare in sala macchine per tentare di aggiustare il motore", ha spiegato il comandante ieri. "Avevamo solo un'elichetta di manovra per evitare di mettersi di traverso alle onde, ma poteva fare davvero poco".

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