Dowjones
MILANO (MF-DJ)--In fibrillazione ieri i mercati delle materie prime. La decisione del presidente Usa Barack Obama di prorogare per due anni gli sgravi fiscali per le classi piu' abbienti ha infatti spinto al ribasso il dollaro, complice anche il ribasso dei Treasury, cosa che ha spinto l'investimento in commodity, soprattutto nei metalli preziosi, seguiti dal petrolio e dal rame.
L'oro, si legge in un articolo di MF, ha messo a segno il settimo rialzo consecutivo: il future con consegna a febbraio ha toccato il massimo storico di 1.432,50 usd l'oncia sul Comex di New York, per poi ripiegare a 1.413 usd. Ma il record non si spiega solo con il minidollaro, perche' anche in termini di euro (ha chiuso sopra oltre quota 1.074) e di sterline il metallo giallo e' ai massimi di sempre. Molto richiesto anche l'argento, che ha aggiornato il massimo degli ultimi 30 anni (a 30,75 dollari l'oncia).
Il petrolio, dal canto suo, dopo aver superato i 90 dollari al barile, ai massimi degli ultimi 26 mesi (il record precedente e' 89,38 dollari/barile), ha invertito la rotta, scendendo fino a 88 dollari al New York Mercantile Exchange. In sintonia il future sul Brent, quotato a Londra, che dopo aver toccato i 92,86 dollari al barile ha ripiegato a 91,18 dollari. La tendenza al rialzo del greggio, che ha avuto gia' pesanti contraccolpi sui prezzi dei carburanti, con le medie che si attestano a 1,45 euro/litro per la benzina e 1,329 euro/litro per il gasolio, desta preoccupazione fra gli esperti per i suoi potenziali effetti inflazionistici nei prossimi mesi. red/lab
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