Metti mi piace

28 dic 2010

Ecco il Cr-48 di Google l'abbiamo provato per voi

È solo un prototipo ma ha un ambizione: indicare la strada che porta al futuro. Dove i dischi rigidi saranno un ricordo e tutti i dati risiederanno sul web. Ecco un primo contatto con questo oggetto destinato a diventare cult. Tra sorprese piacevoli e qualche perplessità


SAN FRANCISCO - Questo articolo è il prodotto del cloud computing. Lo abbiamo scritto su un Cr-48 di Google, il laptop protipo della casa di Mountain View. Svelato il 7 dicembre 1, adesso disponibile negli Usa a un gruppo di collaudatori privilegiati: si tratta di professionisti dell'Information technology, dell'intrattenimento e dirigenti aziendali. Individuati e incaricati dal motore di ricerca californiano di fare il battesimo del fuoco a questo notebook sul quale il colosso di Mountain View punta tantissimo. Google sta anche equipaggiando un numero ristretto di  Cr-48 a disposizione del pubblico e lo sta facendo gratis. Negli Stati Uniti si può fare domanda per averne uno andando su questo sito 2. Attenzione, il programma potrebbere essere esteso presto anche all'Europa e per sincerarsene basta controllare periodicamente il sito chromeossite.com 3.

Nero, gommato, di profilo basso e slanciato il Cr-48 fa pensare a un bolide da competizione. Ma non uno da Formula uno, piuttosto a una Indy Car. Insomma, una fuoriserie per tornei nei quali la velocità si coniuga con la potenza. La prima impressione appena spacchettato è stata quella di avere a che fare con un gadget marvelliano, da fumetto retrofuturibile. A Gotham City, la vittà ipertecnologica di Batman, potrebbe essere un oggetto d'uso comune. Questo computer è infatti un oggetto curioso: stilisticamente azzardato e allo stesso tempo tecnologicamente corazzato. E sebbene sia abbastanza piccolo, è piuttosto un notebook che un laptop. Schermo da 12,1 pollici, peso circa un chilo. Una compattezza che tradisce l'impressione di esilità che gli conferisce il suo colore e ti fa domandare che ci sarà mai in questo computer che vive solo sul web che lo fa essere così sostanzioso? Il Cr-48 è stato infatti concepito per vivere esclusivamente su internet e per dominare la grande nuvola di codici binari che sovrasta le nostre vite moderne. 

I software il Cr-48 non li scarica dal web come fa un normale computer: li ha nel browser dall'inizio, perché ne ha bisogno come l'aria per respirare. Tutti, ma proprio tutti i programmi che lo fanno funzionare (e questo documento ne è una prova), stanno sul web. Un web il cui accesso ovviamente passa per il portale di Google. Dal sistema operativo, il Chrome OS, alle maggiori applicazioni del computer - che si tratti del word processing che di visualizzare le foto e i film o di trovare direzioni automobilistiche o cercare un posto sull'altro versante del globo - usa esclusivamente applicazioni di Google. YouTube, Google Map, Gmail, Picasa, Crackle e Google Talk ci sono tutte le sue App e  se si passa dal Web Store, dal quale abbiamo scaricato la App con la quale stiamo scrivendo, si trova molto di piu'. 

Il Cr-48 è un computer spartano, c'è poco da dire. Chiaramente un prototipo, un oggetto che è stato concepito per essere smaneggiato, è stato disegnato per essere usato dai developer d'assalto, gli sviluppatori di software. Tipi che non temono l'extreme programming, dove la codifica ha luogo tra una seduta di skateboard e l'altra e i diagrammi di flusso li si possono anche disegnare su una tavola di surfing mentre si torna dal mare.  

Elegante lo è di sicuro. Anche la sua cerniera di chiusura - realizzata con un lucchetto magnetico - ha un che di retrò e rammenta quella dei Mac. Peccato che il grande clickpad utilizzato per la navigazione mouse sia a volte ipersensibile ed altre duro a registrare i comandi che gli si vuol dare. Inoltre la funzione right-click, il tasto di destra, affidata al tapping con due dita crea abbastanza confusione e false partenze da conferirgli un livello di imponderabilità dattilografica che è a tratti molto snervante. 

Il Cr-48 può essere collegato ad un monitor esterno via cavo VGA, possiede un'uscita per il collegamento USB e uno slot per inserire le memory card. Per coloro che preferiscono il web mobile, il Cr48 offre la piacevole sorpresa del 3G, per adesso con Verizon. Il computer arriva con un abbonamento base di 100 mega byte mensili incorporato, lo si può incrementare ovviamente se si vuole. Munito anche di webcam - non una delle più sensibili, va detto - che funziona lanciando l'apposita applicazione, il Cr-48 quello che non possiede in termini di fronzoli tecnologici lo dà in termini di propensione al web, nella capacità cioè di sfruttare al massimo internet e nella velocità con la quale passa da una schermata all'altra, da una applicazione all'altra e da un documento all'altro. 

Una volta che si parla del Wi-fi 802.11 a/b/g/n, del bluetooth 2.1, del wireless 3G della Verizon e della batteria ultrapiatta e ultraefficiente (addirittura una settimana senza doverlo ricaricare) che si inserisce nella base inferiore del computer, dal punto di vista tecnologico resta da dire ben poco a proposito del Cr-48. Certo ci sono anche il microprocessore single core 1.6 GHz della Intel e lo schermo LCD retroilluminato, ma queste sono dotazioni standard di ogni laptop sul mercato.

Anche la tastiera presenta delle sorprese. A parte essere gommata pure lei, non ha il tasto delle maiuscole che è stato invece sostituito da un bottone per la ricerca rapida, ogni volta che lo si clicca si passa da un sito web all'altro senza dover chiudere la pagina precedente. Usando i settaggi, però, si può reintrodurre il tasto per la maiuscola. Dove in una normale tastiera qwerty un computer esibirebbe - nella fascia superiore - le chiavi F per il controlo delle funzioni legate alla gestione del sistema operativo e delle scorciatoie, nel Cr-48 ci sono le chiavi con le quali sul web si passa da una pagina all'altra, si rinfrescano le pagine web, le si sovrappongono, si controlla il volume, la luminosità dello schermo e la sua ampiezza.

E' improbabile che allo stato attuale il Cr-48 possa compromettere il predominio dei Mac tra i netizens del Web 2.0 e i disegnatori illuminati di applicazioni della computeristica mobile ma è di sicuro uno strumento che è destinato non di meno a diventare un oggetto di culto. Uno status symbol che può denotare l'appartenenza o meno di un utente alle nuove tribù del web. Sopratutto nella Bay Area di San Francisco dal cui milieu culturale è emersa la stessa Google. Tribù queste che includono i soggetti sociali più disparati, gente come gli hacker stile WikiLeak, gli ecomilitanti alla Earth First!, i Punkdomestic della cucina casalinga e degli ingredienti indigeni, i coltivatori urbani di cannabis, i bikers di Critical Mass, gli agricoltori verticali e i paldini dei diritti degli animali alla PETA. Utenti internet che con le loro scelte di consumo sanciscono non solo il successo e il fallimento di qualsiasi impresa digitale ma che influenzano anche pesantemente la direzione che i colossi dell'hi-tech daranno alla ricerca e sviluppo nel corso dei prossimi anni.

Nessun commento: