La scossa della Cina al summit Onu di Cancun, dopo le dichiarazioni su possibili impegni volontari ma vincolanti, ha aperto scenari insospettabili. Iprincipali effetti sono ipotizzabili sugli Usa ma anche suCanada e Giappone. Viene però a "scricchiolare" l'impiantoOnu. Ed è qui che si gioca la vera battaglia. All'indomani dell'annuncio di Pechino, infatti, che potrebbeprevedere anche un meccanismo interno di quote di emissione, sié aperta la strada per una Dichiarazione di Cancun in cui ci sidice pronti a prendere accordi vincolanti sulla base del testodi Cancun. Ma questa viene letta, soprattutto dal movimento dei popoli,che ha marciato sul summit, affiancato dai paesi dell'alternativa bolivariana (Alba), come un'ipotesi ad alto rischio.La paura è che questa dichiarazione avvenga al di fuori dellaConvenzione Onu sui cambiamenti climatici mentre i movimentivogliono un accordo Onu e vedono nel taglio della Co2 l'unicasoluzione per il futuro. "La Cina - hanno commentato alcuni osservatori e delegati -sorpassa gli Usa e rilancia. E sta emergendo in modo molto nettoqui a Cancun, per la prima volta rispetto alle dichiarazionipassate, che la Cina dopo essersi affermata come potenzaeconomica ora intende prendere la leadership anche nei temiambientali, condizionandoli". In questo si vede l'avanzata diuna prospettiva nuova in cui il sud del mondo si rafforza (oltrealla Cina si rafforzano le posizioni di Brasile e India). Il Giappone continua a non essere favorevole al proseguimentodel Protocollo di Kyoto ma prosegue i negoziati. Oltre all'ipotesi della Dichiarazione di Cancun, proseguono ilavori tecnici dai quali dovranno scaturire i singolimini-accordi. Tra questi il capitolo foreste è pressochésostanzialmente chiuso con il meccanismo dei Redd+, dove Reddsta per riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado eil più anche per l'incentivo alla gestione corretta delpatrimonio verde del Pianeta. Un terzo dell'obiettivo del tagliodi Co2 del 40-50 per cento al 2050 potrebbe venire propriodall'accordo Redd+. Per i finanziamenti si parla di 5-6 miliardiin totale tra il 2010 e il 2012. Un testo che ha fatto scattarela rabbia dei movimenti dei popoli che vedono il rischio divedersi razziare vaste fasce di territorio in nome del clima. La parola ora passa ai ministri. L'Italia è prevista aparlare il 9 dicembre, nella sessione mattutina. E il ministrodell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha annunciato da Roma,prima di partire per il Messico, che l'Italia onorerà l'impegnodi aiuti ai paesi poveri per 200 milioni di euro, la tranche2010 di 600 milioni che rientrano nel pacchetto di aiuti Ue per2,5 miliardi.
Nessun commento:
Posta un commento