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7 dic 2010

"Assange a breve sarà interrogato"

l fondatore di Wikileaks dovrebbe comparire oggi davanti a una corte di giustizia per ottenere la libertà provvisoria

LONDRA
Il fondatore di Wikileaks Julian Assange dovrebbe comparire oggi davanti a una corte di giustizia per ottenere la libertà provvisoria dietro cauzione in merito al mandato di arresto spiccato dall'Interpol per l'inchiesta di stupro aperta in Svezia. Ieri, l'avvocato di Assange, Mark Stephens, ha fatto sapere di essere in contatto con Scotland Yard per organizzare l'interrogatorio del giornalista australiano, aggiungendo che l'incontro dovrebbe avvenire «a breve». Altre fonti hanno riferito al quotidiano Guardian che Assange dovrebbe comparire oggi davanti a una corte di giustizia per trattare la cauzione.

Secondo il quotidiano, il fondatore di Wikileaks avrebbe chiesto ai suoi sostenitori di farsi garanti per lui e di raccogliere una cauzione stimata tra le 100.000 e le 200.000 sterline. Assange crede di aver bisogno di almeno sei persone come garanti. Negli ultimi giorni, il giornalista avrebbe confidato ad alcuni amici di essere convinto del ruolo svolto dagli Stati Uniti in tutta la sua vicenda giudiziaria.Intanto un network di hacker, «Operation Payback», afferma di aver lanciato con successo oggi attacchi informatici contro PayPal e PostFinance, in risposta alla chiusura delle donazioni per Wikileaks e del conto di Julian Assange in Svizzera.

«La banca svizzera (PostFinance) che ha chiuso il conto a Assange è stata tirata giù oggi con un Ddos attack (negazione del servizio, lo stesso lanciato in più occasioni contro i domini di Wikileaks in questi giorni, ndr)», recita un annuncio del gruppo su Twitter. Qualche ora prima, un altro assalto informatico era stato lanciato contro PayPal, sempre da Operation Payback. Le due società non hanno confermato la notizia. Su Twitter, il gruppo aveva annunciato con anticipo «l'ora X» invitando i membri a «fare fuoco» al momento convenuto. Operation Payback è un gruppo hacker di «difensori della pirateria informatica» nato per rispondere ai tentativi di oscurare Torrent e altri programmi di condivisione dei file in rete messi in atto da «hacker pagati dalle aziende» per tutelare il copyright.

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