NUOVO MANDATO DI ARRESTO PER IL FONDATORE DEL SITO DI RIVELAZIONI SCOMODE
La chat sul sito del «Guardian» con il fondatore di Wikileaks. «Sono minacciato da una superpotenza»
Julian Assange (Ap) |
PRECAUZIONI - In caso di morte di Assange e di distruzione totale dell'organizzazione Wikileaks le informazioni in suo possesso sarebbero però comunque rivelate: «Abbiamo consegnato tutti i documenti in nostro possesso a circa 100mila persone in tutto il mondo che li possiedono in forma criptata. Se ci dovesse accadere qualcosa e non fossimo più raggiungibili, una chiave elettronica verrebbe inviata via web rendendo i file leggibili. A questo punto queste 100mila persone avrebbero il compito di divulgarle».
OMISSIS E INFORMATORI - Alle accuse di mettere a rischio la vita degli informatori dei governi, ad esempio in Afghanistan Assange risponde: «Nei nostri 4 anni di attività non c'è stato nessuna accusa credibile, nemmeno da organizzazioni come il Pentagono che possano dimostrare che le aggressioni a degli informatori possona essere correlate a informazioni rilasciate da noi». A chi gli chiede il perché degli omissis nei cable delle ambasciate Assange spiega: «I documenti sono affidati a dei giornalisti esperti della materia. Poi sono revisionati da altri giornalisti o editor e noi ne leggiamo dei campioni per essere sicuri che il processo funzioni».
RIVELAZIONI - «Se veramente, come dice il Pentagono, Bradely Manning è dietro alcune di queste recenti rivelazioni, - ha poi aggiunto Assange - allora senza dubbio è un eroe senza pari», ha affermato rispondendo ad una domanda riguardo alla riconoscenza da parte di Wikileaks nei confronti delle proprie fonti.«Negli ultimi quattro anni il nostro obiettivo è stato quello di magnificare le fonti che si prendono i rischi reali di ogni rivelazione giornalistica e senza le quali i giornalisti non sarebbero niente», ha detto.
UFO - I documenti di Wikileaks svelano molti misteri ma al momento mancano all’appello gli Ufo: un’assenza solo temporanea, assicura Assange. Una chat in differita dopo che l'accesso eccessivo di utenti aveva fatto crollare temporaneamente il sito del quotidiano britannico «Un mucchio di svitati ci inviano e-mail sugli Ufo o su come abbiano scoperto di essere l’Anticristo, ma per ora non hanno rispettato le nostre due regole fondamentali: che i documenti siano di fonte terza e che siano originali», spiega Assange, aggiungendo però che «va notato che in alcuni documenti ancora inediti vi sono in effetti dei riferimenti agli Ufo».
AMAZON - Poi Assange ha risposto a una domanda sul caso Amazon che ha deciso di non ospitare più il sito di Wikileaks: «Abbiamo messo apposta il nostro sito su vari server in vari Paesi tra cui in Paesi che hanno deficit di libertà di parola come gli Usa».
LA SCELTA DI DARE UN VOLTO A WIKILEAKS - «Qualcuno deve assumersi la responsabilità di fronte all’opinione pubblica e solo una dirigenza che sia disposta a dar prova di coraggio in pubblico può garantire che le fonti si prendono dei rischi per il bene comune»: così Assange spiega i motivi per i quali WikiLeaks non è rimasta un’organizzazione "senza volto" - con il rischio che danneggiando la credibilità personale del suo principale rappresentante ne risulti compromessa anche quella del gruppo. «Originariamente - spiega ancora Assange - l’intenzione era proprio quella di un gruppo anonimo «per non permettere agli ego di avere una parte nelle nostre attività», ma questo portò a «una incessante curiosità sull’identità dei componenti del sito e a situazioni in cui alcuni individui si spacciavano per dei nostri rappresentanti», di qui la decisione di apparire in prima persona. «Sono diventato il parafulmine, ricevo attacchi ingiustificati su ogni aspetto della mia vita, ma anche meriti ingiustificati il che bilancia un po’ le cose», conclude Assange.
LIBERTA' DI PAROLA - «L'attacco contro di noi - ha aggiunto Assange - da parte degli Stati Uniti è un segnale di grande speranza per la libertà di parola in Occidente che ha fiscalizzato il suo potere attraverso una rete di contratti, prestiti, azioni obbligazioni e così via. Da noi la critica politica è libera perché non intacca il vero potere. In Cina invece non è così».
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