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24 nov 2010

Usa: «Attacco a Sud Corea legato alla successione a Kim Jong-il»

MILANO - Gli Stati Uniti, dopo aver annunciato manovre militari congiunte con la Corea del Sud, attutiscono la portata dello scontro a fuoco al confine delle due Coree di martedì. L'ammiraglio Michael Mullen, capo di stato maggiore interforze americano, ha infatti affermato che l'attacco nordcoreano contro l'isola sudcoreana di Yeonpyeong è dovuto alla lotta interna per la successione del Caro Leader Kim Jong-il. Inoltre il dipartimento di Stato americano ha detto che l'incidente è stato «un'azione isolata», escludendo che da parte nordcoreana ci sia l'intenzione di un'azione ad ampio raggio.

GUERRA - Le due Coree, invece, alzano i toni e dicono che si è «alla soglia della guerra». Pyongyang accusa infatti Seul di «sconsiderate provocazioni militari». L'agenzia di stampa ufficiale Kcna ha detto che la Corea del Sud sta «facendo deragliare il processo per migliorare le relazioni fra coreani, affondando i colloqui sulla Croce Rossa intercoreana e portando la situazione sull'orlo della guerra, perseguendo la sua politica di sfida alla Corea del Nord». Martedì il presidente sudcoreano Lee Myung-bak, non escludendo un attacco multi-forze di Seul contro la Corea del Nord, aveva detto di ritenere necessaria «una forte rappresaglia per impedire altre provocazioni di Pyongyang».

TROVATI I CORPI DELLE DUE VITTIME - La televisione sudcoreana ha intanto riferito che i corpi di due civili sono stati ritrovati sull'isola colpita martedì dall'artiglieria nordcoreana: «Due persone di circa 60 anni sono state trovate morte probabilmente decedute in seguito all'attacco di ieri», ha detto un portavoce della polizia di Icheon. I corpi sono stati trovati dalla guardia costiera tra i resti delle case distrutte negli incendi provocati dall'attacco. Fino a ora il bilancio delle vittime era di due soldati rimasti uccisi e di 18 feriti tra cui 15 militari e tre civili.

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USA A FIANCO DELLA COREA DEL SUD - Intanto gli Stati Uniti hanno fatto sapere di rimanere «fianco a fianco» con la Corea del Sud. «Seul è un nostro alleato - ha detto Obama - dai tempi della guerra di Corea. E noi ribadiamo con forza il nostro impegno a difendere la Corea del Sud nell’ambito di questa nostra alleanza». Gli Stati Uniti hanno 29 mila militari di stanza nella Corea del Sud. «Noi condanniamo con forza l’attacco e stiamo concordando un’azione comune della comunità internazionale per fare pressione sulla Corea del Nord», ha aggiunto il presidente Usa, citando esplicitamente il ruolo della Cina. Secondo Obama, ogni Paese della regione deve sapere che quella nordcoreana « è una minaccia seria e continua». Stando a quanto riferito da una fonte dell’amministrazione Usa, funzionari americani a Washington e a Pechino stanno facendo pressioni sulla Cina perché condanni l’attacco, sottolineando che si è trattato di un’azione che minaccia la stabilità dell’intera regione, e non solo quella della penisola coreana.

MANOVRE MILITARI - Corea del Sud e Stati Uniti terranno domenica esercitazioni militari congiunte in risposta all'attacco nordcoreano all'isola di Seul. L'accordo è stato raggiunto in una conversazione telefonica tra i rispettivi presidenti. Le manovre si svolgeranno nel mar Giallo, lungo la costa occidentale della penisola coreana, proprio dove martedì è avvenuto l'attacco; e coinvolgeranno la portaerei Usa George Washington. Martedì la Casa Bianca aveva annunciato che Obama e Lee Myung-bak avevano deciso di «alzare il livello di preparazione» e di tenere manovre militari congiunte «nei prossimi giorni».

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