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24 nov 2010

Acque 'all'arsenico', stop alle deroghe Fazio, "In 100.000 senza potabile"


Il ministro della Salute ha fornito le cifre sui cittadini interessati dalla questione nel corso del 'question time' a Montecitorio. Stanziati 174 milioni di euro per la costruzione di nuovi acquedotti. Legamenbiente: 'Ennesimo pasticcio all'italiana'


"Sono circa 100.000 gli italiani a cui dovrebbe essere precluso l'uso dell'acqua potabile, a causa di una concentrazione di arsenico superiore a 20 milligrammi per litro. Mentre per altri 900.000 è ipotizzabile una deroga". La precisazione fatta oggi, nel corso del 'question time' alla Camera, dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, mette un freno al valzer di cifre apertosi all'indomani della decisione della Commissione europea di non concedere ai comuni italiani la terza deroga che portava a 50 milligrammi per litro la concentrazione massima di arsenico nelle acque destinate al consumo.

Una decisione, quella della Commissione europea, che investe direttamente i cittadini del Lazio come quelli delle altre cinque regioni (Lombardia, Campania, Toscana, Trentino Alto Adige e Umbria) per cui l'Italia aveva chiesto un rinnovo della deroga ai parametri di legge comunitari. Tra i comuni che avevano richiesto la deroga figuravano anche molti centri della provincia di Roma, come Velletri, Civitavecchia, Ariccia, Cerveteri, Bracciano e Santa Marinella, che avevano già ottenuto una dispensa dai limiti comunitari tra il 29 dicembre del 2008 e il 30 aprile 2009.

Sui 157 comuni che avevano chiesto ancora tempo per riportare le proprie acque ai livelli richiesti di boro, floruro e arsenico, 128 non l'hanno ottenuta sull'arsenico perché hanno chiesto di innalzare la sua concentrazione nell'acqua dal valore stabilito di 10 microgrammi per litro fino a tre, quattro o cinque volte la quantità massima, mentre è stata concessa fino a un massimo di due anni a 92 comuni per il fluoruro, a 17 per il boro e ad altri otto per l'arsenico ma solo fino a 20 microgrammi, seguendo le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

Sul punto è intervenuta oggi anche Legambiente che ha bollato la vicenda dell'acqua 'all'arsenico' come "l'ennesimo pasticcio all'italiana", invitando poi, per bocca del suo responsabile scientifico Stefano Ciafani, i comuni italiani a "fare quello che avrebbero già dovuto fare subito dopo aver chiesto la deroga, ovvero, informare la popolazione e mettere a norma gli acquedotti".

Nelle dieci aree in cui è stata la deroga è stata rinnovata, invece, Fazio ha confermato l'impegno del governo a stanziare oltre 174 milioni di euro per interventi mirati alla costruzione di nuovi acquedotti per l'approvvigionamento di acqua da fonti che hanno valori di concentrazione di arsenico inferiori a quelli previsti dalla legge, oppure per la realizzazione di sistemi di trattamento e miscelazione delle acque.

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