ROMA (6 novembre) - È salito sul palco fra gli applausi, mentre gli urlavano "bravo", tributandogli praticamente un'ovazione: il Marco Aurelio d'oro per il migliore attore, a Toni Servillo, lo volevano dare proprio tutti. «Dedico il premio - ha detto l'interprete - al cinema e al teatro italiani nel loro valore di impresa, ma anche nel senso profondo, di avventura, che è in tutti noi attori e registi. Non avrei mai immaginato di ricevere un premio da persone che stimo e dalle quali ho imparato tanto. Ringrazio inoltre il talento gentile del regista del film Claudio Cupellini. È la prima volta che vinco come migliore attore in un festival di cinema internazionale».
Il presidente della giuria Sergio Castellito ha voluto ribadire che quello a Servillo è un premio in cui è racchiuso tutto il meglio del cinema italiano, cioè gli attori». Da parte sua Toni Servillo ha replicato che c'è una nuova generazione di cinque o sei registi e una pletora di attori molto bravi e molto, molto più giovani di me, che sta cambiando il modo di fare cinema».
Il belga Olias Barco che, con l'umorismo nerissimo e irriverente della sua black comedy sull'eutanasia di Kill me please, si è aggiudicato Marc'Aurelio come miglior film, ritirando il premio ha sottolineato: «Ringrazio molto questa giuria che, avendo votato il mio film punk, evidentemente è una giuria punk. Il mio lavoro è stato molto influenzato da La grande abbuffata, con cui Marco Ferreri è riuscito a parlare di noi della nostra società consumistica e allo stesso tempo della morte. Il migliore regista dei nostri tempi? Quentin Tarantino». Tarantino ha spiegato: «Questo film ha una grossa identità morale, noi siamo assuefatti alla violenza dei talk show o dei film d'azione. Questo fa più paura perché è politicamente scorretto e noi, da "giuria sovversiva" quale siamo abbiamo voluto premiare un modo diverso di fare cinema».
La regista Susanne Bier, in abito lungo nero di raso, ha ritirato il Gran Premio della giuria Marco Aurelio per la mogliore attrice, e quello del pubblico grazie al suo film Haevnen-In a better word, candidato dalla Danimarca per gli Oscar, molto commossa è riuscita parlare a stento: «È un film che amo profondamente e ringrazio il pubblico di Roma, la mia città preferita».
Il Marco Aurelio per la migliore attrice femminile è andato all'intero cast di donne del film La buenas herbas di Maria Novaro ed è stata la stessa regista a ritirare il riconoscimento, affermando: «Sono davvero felice, perché rappresenta l'occasione per far conoscere due culture sottovalutate, quella messicana e quella femminile». Un lunghissimo applauso seguito da una standing ovation ha accompagnato l'annuncio del premio Marc'Aurelio d'oro alla memoria alla sceneggiatrice recentemente scomparsa Suso Cecchi D'Amico, consegnato al figlio dell'artista dall'attrice Virna Lisi. «Consegnare un premio alla memoria di Suso è per me un grande onore - ha detto commossa Virna Lisi - perchè lei ha fatto davvero grande il cinema italiano».
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