Metti mi piace

30 nov 2010

Salta il pacchetto sulla giustizia

Intanto slitta. Poi si vedrà. Niente pacchetto giustizia al consiglio dei ministri in calendario oggi. E forse neppure la prossima settimana. Ma già spingersi così in là con le previsioni appare almeno azzardato. Detto che il progetto di riforma costituzionale centrato sulla separazione delle carriere tra giudici e pm, sulla distinzione dei Csm, sulla marcata autonomia della polizia giudiziaria dal pm, non è mai stato veramente in discussione per un esame già questa settimana, gli sforzi del ministro della Giustizia Angelino Alfano si erano indirizzati sulla giustizia civile e sul diritto dell'economia. Con la previsione sul primo fronte di una serie di misure urgenti per intervenire sui 5 milioni e mezzo di cause arretrate e, sul secondo, di modifiche al decreto 231 sulla responsabilità delle imprese per reati dei dipendenti.
Invece, per ora non se ne parlerà. Più forte della tentazione di chiudere i conti con il più cruciale dei 5 punti su cui Silvio Berlusconi impegnò il governo nella verifica di settembre, è stata la volontà di non aprire altri dolorosi fronti interni alla maggioranza. Tanto più che un'approvazione del consiglio dei ministri, da cui sono usciti i rappresentanti del Fli, di un denso menù di misure in materia di giustizia, rischiava di essere preso per una provocazione dallo stesso Fli a poche ore dal voto sulla riforma universitaria.
Così ieri hanno volato le colombe, dal sottosegretario Gianni Letta ad Alfano stesso, tutti tesi a ricompattare la maggioranza che si avvicina alla data fatidica del 14 dicembre per la fiducia. Ma non solo. L'agenda parlamentare dei prossimi giorni è fitta di scadenze che rappresenteranno ulteriori banchi di prova per la tenuta del centrodestra, dalle mozioni sulla Rai, alla revoca delle deleghe al ministro per la semplificazione Roberto Calderoli, alla sfiducia al ministro per i beni culturali Sandro Bondi. Se le cose fileranno lisce per il governo allora i tempi per la presentazione delle misure in consiglio dei ministri potrebbero allungarsi a ridosso di Natale, ma, se arrivassero inciampi anche clamorosi la voglia di forzare la mano per presentarsi davanti all'elettorato, avendo tenuto fede, almeno formalmente, a una parte del programma di governo, potrebbe tornare irresistibile.

Nessun commento: