DIECI MILIONI DI EURO A DONAL KINSELLA, EX NUMERO UNO DELLA KENMARE RESOURCES
Direttore di una azienda mineraria, dovette lasciarla dopo essere entrato nella stanza della segretaria di notte
Donal Kinsella con la moglie |
L'INCIDENTE - Nel comunicato stampa l'azienda aveva dichiarato che Kinsella doveva rassegnare le dimissione per le «inappropriate avance» che aveva fatto durante la notte alla signorina Corcoran. Gli avvocati del sessantasettenne, da parte loro, non solo hanno dimostrato che il loro assistito è un rinomato sonnambulo, ma hanno evidenziato come quella fatidica notte in Monzambico Kinsella aveva anche bevuto e preso degli antidolorifici. Il sessantasettenne ha dichiarato alla corte di dormire spesso nudo. In quell'occasione non aveva con sé il pigiama perché sua moglie aveva dimenticato di metterlo in valigia. «L'unica cosa che ricordo - ha affermato l'ex direttore - è di essere stato svegliato dal presidente della compagnia, Michael Carvill che mi ha gridato nelle orecchie di andare a letto». Kinsella ha affermato che il presidente Carvill e la segretaria Corcoran hanno usato l'incidente per cercare di estrometterlo dall'azienda. Tuttavia dopo la pubblicazione del comunicato stampa, la sua vita è profondamente cambiata: è diventato lo zimbello dell'azienda e i suoi colleghi durante i meeting e anche durante il tempo libero lo hanno più volte preso in giro.
EUFORICO E SENZA MACCHIE - Per adesso il tribunale ha concesso alla Kenmare Resources di versare solo 500.000 euro all'ex direttore visto che la società ha già presentato appello alla sentenza. Se in secondo grado sarà ancora una volta condannata, la società dovrà versare il resto della somma. Il sessantasettenne, dopo la lettura del verdetto, ha dichiarato ai media locali di essere euforico e di sentirsi finalmente scagionato: «Quella cappa di sospetto che pendeva sulla mia testa - ha rivelato l'ex vicepresidente al Daily Mail - è stata rimossa. Si tratta di una rivendicazione magnifica». Più tardi ha aggiunto: «Sono stato discolpato. Da oggi il mio nome è di nuovo senza macchie».
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