"Il direttore di Raitre, Paolo Ruffini ha accolto la richiesta" spiega una portavoce. Soddisfatto il dg della Rai, Mauro Masi. Intanto, Fini si schiera con Saviano. Bossi ai giornalisti: "Non indignarsi? Fanculo". Di Pietro: in un giorno 20mila adesioni su Facebook all'appello "La penso come Saviano"
TORINO - Il ministro dell'Interno Roberto Maroni avrà il suo spazio a Vieni via con me. Accadrà nella prossima puntata, lunedi 22 novembre. La portavoce di Maroni, Isabella Votino, esprime in una nota la soddisfazione del ministro per "la risposta del direttore di Raitre, Paolo Ruffini, che ha accolto la sua richiesta di intervenire" in trasmissione. In precedenza, Ruffini aveva negato che vi fosse stata una "clamorosa rottura" con Maroni e ribadito un punto: "Vieni via con me non è un talk show. Se Maroni non intende fare una precisazione, ma leggere un elenco in veste di ministro degli Interni, attenendosi al linguaggio del programma, sarà anche in questo caso il benvenuto".
Soddisfazione dal direttore generale della Rai, Mauro Masi. "Ringrazio il ministro Maroni per la sensibilità dimostrata e sono lieto che abbia accettato di partecipare al programma. Colgo l'occasione - aggiunge Masi - per segnalare il lavoro concreto svolto in questa occasione dal direttore di Raitre Paolo Ruffini, che ha sempre tenuto informata questa direzione generale".
In mattinata, il presidente della Camera Gianfranco Fini era intervenuto nella polemica tra Maroni e lo scrittore Roberto Saviano, che durante la seconda puntata di Vieni via con me 1ha detto che la 'ndrangheta al nord interloquisce con la Lega. "Non capisco come qualcuno si possa indignare
"Pensare che la mafia - ha sottolineato Fini - sia solo un fenomeno calabrese o siciliano significa non avere letto una riga delle centinaia di migliaia di pagine degli atti giudiziari. La mafia è ovunque si muovano dei soldi, le organizzazioni criminali cercano di prosperare in ogni parte d'Italia e d'Europa. La mafia è un fenomeno globale, quindi evitiamo polemiche inutili". "Dalle inchieste - ha aggiunto - emergono tentativi di infiltrazioni mafiose nel mondo delle banche, della politica, delle istituzioni. Io mi meraviglio di chi si meraviglia".
In quest'ottica, Fini dice di aver molto apprezzato le parole del titolare del Viminale, che ha detto di non voler alimentare nuove polemiche con Saviano. "Non hanno ragione d'essere perché nessuno può contestare a Saviano un forte impegno contro la mafia", ha sottolineato il presidente della Camera. "Lo stesso Saviano - ha aggiunto - ha detto che il ministro Maroni è un ministro fortemente e positivamente impegnato contro la mafia", ha concluso.
Una risposta a Fini arriva da Umberto Bossi. Parlando ai giornalisti che gli chiedono un commento alle parole del presidente della Camera, secondo cui non bisogna indignarsi quando si dice che al nord c'è la mafia, il Senatur risponde: "Fanculo". Poi però sembra ammettere che il tema esiste: "Siamo sempre stati contrari all'invio di mafiosi al nord per soggiorno obbligato. Hanno creato una situazione negativa e la situazione più negativa è in Brianza. Però - assicura il leader del Carroccio - la Lega è lontana. Non riescono ad avere agganci con noi".
Intanto si moltiplicano le adesioni all'appello lanciato da Antonio Di Pietro su Facebook ''La penso come Saviano, Maroni quereli anche me''. Ne sono arrivate 20mila in un giorno, fa sapere l'Italia dei Valori. ''E' la dimostrazione - spiega Di Pietro - di come il Paese abbia tutti gli anticorpi per reagire a questa brutta deriva antidemocratica del governo. Saviano è il cane da guardia della democrazia e i cittadini sono con lui. La nostra battaglia continua, grazie a tutti''.
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