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25 nov 2010

Marghera, operai sulla torre Una giornata a 150 metri da terra

Le tute blu contro «l'immobilismo» del governo: siamo stati costretti a farlo. La telefonata del ministro. In serata scendono dai camini

Marghera, operai sulla torre
VENEZIA - Una decina di operai della Vinyls sono saliti per protesta sui camini del Petrolchimico di Marghera. E, dopo una giornata di lunghe trattative e una telefonata dal Ministero, sono scesi. Le tute blu avevano raggiunto la cima delle torri per protestare contro «l’immobilismo del Governo» sui destini dell’azienda, dopo che anche l’incontro di ieri tra il ministro Paolo Romani e i commissari straordinari non aveva portato ad una decisione sulle offerte giunte per i tre siti italiani della società.

Sei operai, erano saliti sulla torre Cv 22-3 della Vinyls a 150 metri da terra. Altri quattro invece sull’arco della Polimeri Europa, ribattezzato ponte «Bossi». Una struttura che già qualche anno fa era stata presa di mira dagli attivisti di Greenpeace. «Quelli di Greenpeace - ha commentato Massimo Meneghetti, della Cisl veneziana - erano saliti per chiedere di chiudere la chimica. I lavoratori invece hanno voluto dire che bisogna riaprire la chimica».

Bonzio, Simionato e Pettenò sulla torre
Bonzio, Simionato e Pettenò sulla torre
«Mi sembra di rivedere il film dell'anno scorso - dice l'unica donna dall'alto della torre -, quando salimmo con gli striscioni. Sono stati buttati via dodici mesi. Chi doveva fare, ha perso solo tempo». Gli operai sono tutti italiani, dipendenti delle aziende del Petrolchimico veneziano da circa 20 anni. Sull’esito dell’incontro svoltosi a Roma tra i commissari Vinyls ed il ministro dello sviluppo, Paolo Romani, Meneghetti ha osservato che si è trattato «dell’ennesimo tentativo di allungare i tempi. Dopo aver fatto fuggire Sartor prima, la Ramko poi - ha aggiunto - il governo, con il ministro Romani, sta cercando di far andar via anche la multinazionale svizzero Gita, la cui offerta vincolate per Vinyls scade il 30 novembre».

«È brutto a quasi 50 anni d’età, dopo 26 di lavoro in un’azienda chimica, vedersi costretto a salire su una torre a 150 metri purchè si parli finalmente degli operai!» ha poi detto uno dei lavoratori. «Abbiamo impiegato un quarto d’ora a salire - spiega - tra soste per prendere fiato e ripartenze. Prima si sale per una scala a chiocciola, poi l’ultimo tratto è su una scaletta alla"’marinara". Noi siamo abituati, certo non è una cosa che si fa tutti i giorni». Sul loro «nido» d’aquila si sono portati coperte, sacchi a pelo a qualcosa da mangiare e da bere. «Non siamo sospesi nel vuoto - aggiunge l’operaio - ma fa parecchio freddo, siamo completamente esposti agli agenti atmosferici, non c’è nessuna tettoia». «Vogliamo far capire - prosegue l’uomo - che in Italia non si parla più di lavoro. I lavoratori, quelli che si alzano presto la mattina e tornano a casa a sera dalla fabbrica, non fanno più notizia. Così siamo obbligati a queste forme di protesta». Un anno fa l’uomo e altri operai erano già saliti su quwesta torre, sempre per la vertenza Vinyls, e vi rimasero tre giorni.

Il ministro dello sviluppo economico Paolo Romani ha chiamato in serata il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni assicurandogli il suo massimo impegno per arrivare nel più breve tempo possibile ad una positiva soluzione per Vinyls. E proprio questa disponibilità ha convinto i dieci a scendere. La frase «la trattativa con Gita è prorogata fino al gennaio 2011» ha infatti fatto interrompere per il momento la protesta e a scendere dalle strutture del Petrolchimico. «Come atto di responsabilità, i lavoratori hanno scelto di sospendere temporaneamente le loro iniziative - affermano le segreterie veneziane di Femca, Filctem e Uilcem - ma lo spostamento in avanti della data di validità dell’offerta degli svizzeri non può creare ulteriori alibi a nessuno, rispetto al piano di salvataggio dell’azienda». I sindacati, «unitamente ai lavoratori chimici di Porto Marghera, considerano un importante passo in avanti quanto contenuto nel nuovo comunicato del Mise, ma ritengono che il necessario percorso di chiarezza sia ancora molto lungo e pieno di difficoltà». «Ringraziamo i lavoratori - aggiungono i segretari provinciali - e quanti in questa difficile giornata li hanno sostenuti: sapendo che saremo pronti in qualsiasi momento a tornare sulle nostre posizioni». (Ansa)


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