Metti mi piace

25 nov 2010

Fazio-Saviano: no ai comitati "pro life"

SCONTRO SULLA REPLICA/VENERDÌ INCONTRO MASI-RUFFINI

Il Cda Rai: ospitare le associazioni pro-vita. I due conduttori:il nostro programma non è stato pro-morte

Roberto Saviano con Mina Welby (PhotoMasi)
Roberto Saviano con Mina Welby (PhotoMasi)
MILANO - Nuova polemica su Vieni via con me. Il Cda della Rai ha approvato un ordine del giorno per far replicare le associazioni pro-vita nell'ultima puntata del programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano. Una decisione alla quale i due conduttori e gli altri autori di Vieni via con me hanno risposto con un secco «no». Per Fazio e per l'autore di Gomorra è «inaccettabile» la richiesta del consiglio di amministrazione di Viale Mazzini di ospitare, nell'ultima puntata della trasmissione, «le "associazioni pro-vita" per replicare al racconto di Roberto Saviano nella seconda puntata, dedicato a Piergiorgio e Mina Welby, e all'elenco letto da Beppino Englaro e Fabio Fazio». Il «no» di Fazio e Saviano sarà venerdì al centro di un incontro tra il direttore generale della Rai, Mauro Masi, e Paolo Ruffin. I due dovranno concordare a questo punto il da farsi. Ma il direttore di Raitre ha fatto già sapere, facendo eco a Fazio e Saviano che «Vieni via con me non è un programma a favore della morte. Anche se ha sfidato in tv il tabù della morte».

LA NOTA - Il «no» alla richiesta del Cda, spiegano Fazio, Saviano e gli autori di Vieni via con me in una nota, è motivato da «una ragione specifica» e da «una ragione di principio». «La ragione specifica: concedere un cosiddetto diritto di replica - scrivono - alle associazioni pro-vita, significherebbe avallare l'idea, inaccettabile, che la nostra trasmissione sia stata "pro-morte", mentre abbiamo raccontato due storie di vita, sottolineando la pari dignità, di fronte alla prosecuzione artificiale della vita, di chi sceglie di accettarla e di chi sceglie di rifiutarla. Per la precisione, è stata letta da Beppino Englaro questa pronuncia del 2007 della Corte di Cassazione: "Accanto a chi ritiene che sia nel proprio migliore interesse essere tenuto in vita artificialmente il più a lungo possibile, anche privo di coscienza, c'è chi, legando la propria dignità alla vita di esperienza e questa alla coscienza, ritiene che sia assolutamente contrario ai propri convincimenti sopravvivere indefinitamente in una condizione di vita priva di percezione del mondo esterno". Sono parole della Corte di Cassazione della Repubblica italiana: rappresentano tutti, nessuno escluso».


«NON SIAMO UNA TRIBUNA POLITICA» - «La ragione di principio: un programma di racconti, come il nostro, non ha la pretesa - sottolineano ancora - nè il dovere nè la presunzione di rappresentare tutte le opinioni. Non siamo un talk-show, non siamo una tribuna politica. Se ogni associazione o movimento che non si sente rappresentato da quanto viene detto in trasmissione chiedesse di dire la sua, non basterebbero mille puntate di Vieni via con me. La Rai dispone di spazi adatti per dare voce alle posizioni del movimento pro-vita, che del resto già ne usufruisce ampiamente. L'idea che ogni opinione, ogni racconto, ogni punto di vista, ogni storia umana debba essere sottoposta a un obbligo di replica ci pare lesiva della libertà autorale, della libertà di scelta del pubblico, e soprattutto della libertà di espressione».

Nessun commento: