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30 nov 2010

La Cina chiede agli Usa di risolvere la questione Wikileaks

Dalle rivelazioni del sito di Assange Pechino considera «un ragazzino viziato» l'alleato nord-coreano

Julian Assange (Epa)
Julian Assange (Epa)
MILANO - La Cina ha chiesto agli Stati Uniti di «risolvere in maniera appropriata» le questioni emerse dalla diffusione da parte di Wikileaksdei cablogrammi delle ambasciate statunitensi nel mondo. Lo ha detto in conferenza stampa a Pechino Hong Lei, portavoce del ministero degli esteri cinese. Il portavoce non ha voluto fornire ulteriori elementi ne commentare, limitandosi a confermare che il governo cinese ha appreso la notizia. Secondo le notizie, la Cina dovrebbe essere interessata dai documenti segreti rivelati dal sito di Assange, soprattutto in tre casi: la circostanza per la quale gli stessi vertici del governo cinese non considerano un alleato utile la Corea del Nord; la sua «amicizia» con Pyongyang nel tentativo americano di chiedere a Pechino di fare pressioni sul governo nordcoreano affinchè smetta i programmi nucleari e le sue relazioni missilistiche con l'Iran; gli attacchi a Google.

COREA RIUNIFICATA - Dalle rivelazioni di Wikileaks dunque risulta che la Cina è sempre più distante dal suo alleato nord-coreano, che Pechino considera «un ragazzino viziato». I documenti rivelano, per esempio, che alti funzionari cinesi dissero a un ministro sud-coreano che la penisola dovrebbe essere riunificata sotto il controllo di Seul; e ad un-ex ministro sud-coreano rivelò che la Cina asserva ormai uno scarso valore al regime comunista come stato-cuscinetto. In particolare, un rapporto racconta un pranzo ufficiale avvenuto nel febbraio del 2010 tra l'ex vice-ministro degli Esteri suducoreano, Chun Yung-woo e l'ambasciatore statunitense a Seul, Kathleeen Stephens. Il ministro avrebbe rivelato che una nuova, più giovane generazione di leader cinesi non considera più la Corea del nord un alleato utile o affidabile e non rischierebbe un nuovo conflitto armato nella penisola. Non solo, nel corso di una cena lo scorso anno, l'ambasciatore cinese in Kazakhstan, ammise che Pechino considera il programma nucleare della Corea del Nord «molto fastidioso»: il diplomatico spiegò che «la Cina spera in una pacifica riunificazione nel lungo termine, ma si aspetta che nel breve periodo rimangano separati»: lo riferì l'ambasciatore degli Stati Uniti, Richard Hoagland, secondo l'analisi dei file del Guardian. In un altro memo scovato dal New York Times, un funzionario cinese il cui nome è stato rimosso, disse che Pechino riteneva che Pyongyang avesse esagerato dopo il suo secondo test nucleare e il lancio di un missile.

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