PADOVA. Dal nostro inviato
L'arrivo del maxiemendamento alla legge di stabilità, con l'alleggerimento da 400 milioni prospettato sul patto di stabilità dei comuni per il 2011, è una buona notizia. Il "patto civile" lanciato ieri da Padova dal presidente dell'Anci Sergio Chiamparino, alla sua ultima assemblea nazionale alla guida dei sindaci (Torino è fra le città chiamate al voto amministrativo nella prossima primavera), pone però a governo e parlamento richieste più sostanziose, a partire dallo sblocco della leva fiscale congelata nella lunga attesa del federalismo. «La riforma – sottolinea Chiamparino – potrà andare a regime solo nel 2014, e siamo d'accordo perché i tempi per una svolta così profonda non possono essere più brevi. Ma che senso ha dire ai comuni che si sta preparando l'autonomia fiscale e nel frattempo bloccare in modo centralista ogni possibilità di azione sulle aliquote locali?».
Lo stop al fisco comunale è stato previsto per tre anni dalla manovra estiva 2008, e l'intenzione del governo è di mantenere inalterata la situazione anche per il prossimo triennio. Niente incrementi all'Irpef comunale (con l'eccezione di Roma, impegnata nel rientro dal megadebito) o all'Ici superstite su immobili di lusso e seconde case, e manovrabilità possibile solo sulla Tarsu, per arrivare progressivamente alla copertura integrale dei costi del servizio necessaria per introdurre la nuova tariffa. In cima alle richieste Chiamparino mette invece un cambio di rotta: «Con dei limiti, naturalmente, e solo per chi non ha raggiunto i tetti di legge: ma l'autonomia fiscale va ricostruita subito».
Un'autonomia che i sindaci giudicano colpita su più fronti: «Si parla tanto di federalismo – accusa Flavio Zanonato, sindaco di Padova – e poi la manovra contiene norme che, per esempio, impongono ai comuni di tagliare dell'80% le spese per la cultura. La contraddizione è evidente», e l'esperienza di regole analoghe del passato insegna che anche il rischio di bocciature alla Corte costituzionale è concreto.
La questione aliquote è solo uno dei punti con cui il presidente dell'Anci costruisce il "patto civile" da proporre a governo e parlamento. Sempre nel capitolo bilanci, il presidente dell'Anci torna a insistere sulle modifiche al calendario previsto per i tagli ai trasferimenti, spostando sul 2012 una parte della sforbiciata da 1,5 miliardi prevista per il prossimo anno. Il nodo dei tagli va a braccetto con il patto di stabilità. Il "bonus" da 400 milioni va ovviamente nella direzione delle richieste dei sindaci; solo oggi si vedrà l'accoglienza della notizia, che ieri sera non era arrivata nei dettagli ai sindaci impegnati nella giornata inaugurale dell'assemblea nazionale, ma è scontato pronosticare una soddisfazione "parziale".
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