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8 nov 2010

Grinta Roma, la Lazio cade sul più bello


Reja attacca l'arbitro: «I miei mi dicevano: non si può giocare in 11 contro 12»

ROMA - Per se stessa e per gli altri. La Roma rilancia la sua stagione e accorcia la classifica del campionato vincendo un derby che, come sempre, ha lasciato tante polemiche nella coda. Gli episodi sono stati importanti: la Roma ha segnato due volte su rigore, la Lazio ne ha chiesti almeno due non concessi, è stato annullato un gol di Greco per millimetrico fuorigioco di Borriello, Fabio Simplicio e Foggia hanno colpito due traverse a portieri strabattuti.

Al di là dell'infelice giornata dell'arbitro Morganti e dei suoi assistenti - il rigore non fischiato per fallo di Riise su Mauri è preceduto da un netto fuorigioco di André Dias; prima del rigore fischiato per fallo su Julio Baptista c'è un fallo del romanista su Lichtsteiner - il risultato è comunque giusto. Perché la Lazio, soprattutto nel primo tempo, non ha giocato con la personalità che si richiede a una capolista e perché la Roma non ha sofferto né le fatiche del mercoledì europeo a Basilea, né le tante assenze (Totti, Juan, Pizarro, Taddei), né le precarie condizioni di Menez, che ha alzato bandiera bianca dopo 40'.

La Roma ha dovuto mettere in campo Greco - che in carriera aveva giocato 46' minuti in serie A quando era ancora un pupo -, Brighi fresco di infortunio e Nicolas Burdisso con la caviglia ancora gonfia e previa puntura di antidolorifico. La grinta dell'argentino è stata il simbolo di una gara che la Roma ha voluto vincere molto più della Lazio.

Tutti i giallorossi hanno portato un contributo alla causa: l'ex desaparecido Fabio Simplicio ha provocato il primo rigore (mani di Lichtsteiner) e colpito una traversa; Greco e Brighi hanno innescato le azioni da cui sono nati i due tiri dal dischetto; Julio Baptista ha tolto i patemi finali con una delle sue rare giocate giallorosse. Il migliore in campo è stato però un habitué del derby, Mirko Vucinic, che ha dedicato il gol al piccolo Alexandar, nato il 1° novembre.

Nella Lazio, invece, è totalmente mancato Rocchi, forse troppo distratto dalla polemica in settimana con Totti, e Hernanes è sembrato molto stanco. Deludente anche André Dias, fin qui uno dei migliori, che ha commesso una serie di errori difensivi impensabili. Su alti livelli solo Mauri e Zarate. La Lazio aveva vinto le ultime 5 partite di campionato, la Roma è arrivata alla terza di fila senza subire gol: i numeri giusti sono quelli giallorossi. Così come sono giusti quelli di Ranieri (3 derby e 3 vittorie) e sbagliati quelli di Reja (nessuna vittoria, 2 pari e 9 sconfitte contro la Roma in carriera). Le mosse di Ranieri - Perrotta su Mauri e De Rossi su Hernanes - sono state migliori della scelta di Reja di lasciare in panchina Zarate per 45'.

Ranieri ha esultato: «Sono molto felice, i ragazzi sono stati splendidi e hanno giocato con intelligenza. Dedichiamo la vittoria a Totti». Reja ha recriminato: «La Roma si era lamentata della designazione di Morganti, ma adesso non si lamenterà più. I miei giocatori mi dicevano: basta, mister, non si può giocare contro 12». Come diceva Velasco: chi vince festeggia, chi perde cerca una spiegazione.

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