BELLUNO — Quattro cime stilizzate, che simboleggiano altrettante culture presenti sul territorio dolomitico: italiani, tedeschi, ladini e friulani. Questo il nuovo logo della Fondazione Dolomiti Unesco, presentato lo scorso 5 novembre presso Palazzo Piloni, sede dell’Amministrazione provinciale di Belluno. L’autore è il designer valdostano Arnaldo Tranti, il cui lavoro è stato scelto tra 400 proposte, ma a tanti non piace: una vera “schifezza” per il celebre fotografo Oliviero Toscani. E secondo voi?
La decisione è stata presa dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione Dolomiti Unesco lo scorso 20 ottobre, ma è stata presentata al pubblico il 5 novembre a Belluno, insieme al regolamento che definisce l’utilizzazione dello stesso logo. Il marchio è stato scelto da una giuria di esperti su oltre 400 proposte in risposta al bando indetto dalla Provincia di Trento.
In base a quanto si legge sulla stampa locale, molti non sarebbero contenti del logo, che pare ad alcuni troppo “tecnologico” e ad altri poco pertinente con quell’idea di natura che dovrebbe evocare. Pesantissimo poi il parere di Oliviero Toscani, che ha bocciato in toto non solo il vincitore ma anche gli altri due finalisti.
Secondo classificato logo Dolomiti Unesco
“Che schifezza quel logo delle Dolomiti – ha dichiarato il celebre creativo al sito AltoAdige.gelocal – . Si, li ho visti i loghi. Chi era la giuria? Anzi, glielo dico io. Erano per caso politici ed esperti di marketing? Perché si vede. Questi elaborati sono di una povertà mortificante. Mi dispiace, perché sono un grande amante delle Dolomiti, sono per me delle montagne uniche al mondo. Con quei colori cangianti a seconda dell’incidenza della luce, quelle forme che le avvicinano, anche se sembra un’eresia, a un’opera d’arte. Guardarle è un’emozione, che non emerge certo da questi marchi. Le Dolomiti sono equiparabili a delle sculture”.
E certo il fotografo milanese non è l’unico a pensarla così. “E pensare che ci sono stati così tanto tempo a decidere -, ha dichiarato per esempio il sindaco di Pieve di Cadore Maria Antonia Ciotti, al Corriere delle Alpi -. Povere Dolomiti, Dolomieu si starà rivoltando nella tomba. Questo marchio non dà la dimensione di quanto sia bello il nostro patrimonio dell’Umanità”.
“Mi sembra di vedere una televisione difettosa – avrebbe detto Silvano Serafini, capogruppo della Lega nord a Belluno, sempre secondo il quotidiano bellunese -. La troppa modernità espressiva non sempre raggiunge l’ obiettivo. Questo logo non interpreta le Dolomiti”.
Terzo classificato logo Dolomiti Unesco
A me non comunica le Dolomiti – avrebbe dichiarato invece Sergio Reolon, consigliere regionale del Pd -, ma sicuramente la giuria ha fatto del suo meglio. Con il tempo può cambiare l’impressione”.
Non solo negativi ovviamente i giudizi sul logo prescelto. “Beh, che dire, è un simbolo coraggioso e inaspettato -, ha afferma per esempio Francesca Larese Filon, presidente dei Ladini del Veneto -. Ora sta a noi riempirlo di iniziative. La nostra gente è orgogliosa del riconoscimento Unesco”.
“Il segno riconduce visivamente alla geomorfologia delle Dolomiti – avrebbe spiegato Tranti, designer di Saint Christophe, secondo quanto riferisce l’AltoAdige.gelocal -, evitando la riconoscibilità di cime specifiche per dare rappresentatività all’insieme dei nove sistemi. Il disegno descrive il ‘tessuto’ geologico delle Dolomiti. Un ordito, costituito da segni verticali netti (l’imponente spinta verticale delle pareti) spezzata da un trama più leggera e disordinata di segni brevi orizzontali (le cenge, le balze, i terrazzamenti). La valle viene invece rappresentata da un segno arcuato e dolce che descrive e ne rivela lo sfondo”.
“Abbiamo cercato – ha spiegato il presidente della giuria di tecnici, Cesare Micheletti – la soluzione che, più di tutte le altre, riuscisse a sintetizzare aspetti che volevamo emergessero: le culture che il sito Unesco comprende, le stesse montagne Dolomiti, il paesaggio che si apre a chi le guarda. Un obiettivo quasi irraggiungibile, ma abbiamo cercato le migliori caratteristiche espressive, in un lavoro approfondito”.
Il nuovo logo della Fondazione Dolomiti Unesco, insomma, divide e del resto de gustibus non disputandum est. O forse in questo caso la scelta è discutibile? Diteci la vostra!
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