«Il paese rischia di trovarsi di fronte a un bivio tra stagnazione e crescita»
(Ansa) |
ITALIA FATICA, BISOGNA PREOCCUPARSI - L'economia italiana fatica a crescere e per questo non bisogna smettere di preoccuparsi. È il richiamo del governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, secondo cui «la difficoltà dell'economia italiana di crescere e di creare reddito non deve smettere di preoccuparci». «Dobbiamo ancora valutare - ha aggiunto il governatore - gli effetti della recessione sulla nostra struttura produttiva. È possibile che lo shock della crisi abbia accelerato la ristrutturazione almeno di parti del sistema, accrescendone efficienza e competitività; è possibile un semplice, lento ritorno al passo ridotto degli anni pre-crisi; è anche possibile un percorso più negativo».
EVITARE IL CALO DELLA PRODUTTIVITA' STABILIZZANDO I PRECARI - Altro tema chiave: una graduale stabilizzazione dei precari che, secondo Draghi, è indispensabile per evitare alla lunga un calo della produttività: «Nel mercato del lavoro - ha detto il Governatore - il dualismo si è accentuato. Rimane diffusa l'occupazione irregolare, stimata dall'Istat in circa il 12% del totale delle unità di lavoro. Le riforme attuate, diffondendo l'uso di contratti a termine, hanno incoraggiato l'impiego del lavoro, portando ad aumentare l'occupazione negli anni precedenti la crisi, più che nei maggiori paesi dell'area dell'euro». «Ma senza la prospettiva - ha concluso il governatore - di una pur graduale stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari, si indebolisce l'accumulazione di capitale umano specifico, con effetti alla lunga negativi su produttività e profittabilità».
BASSA MOBILITA' SOCIALE - E, ancora, a completare il quadro a tinte fosche sulla situazione del paese, ancorato a freni che non si sciolgono: la mobilità sociale in Italia è ancora scarsa e l'origine familiare conta più degli studi nel successo professionale dei giovani: «La mobilità sociale persistentemente bassa che si osserva in Italia - ha detto il governatore - deve allarmarci. Studi da noi condotti mostrano come, nel determinare il successo professionale di un giovane, il luogo di nascita e le caratteristiche dei genitori continuino a pesare molto di più delle caratteristiche personali, come il livello di istruzione». «Il legame - ha concluso Draghi - tra risultati economici dei genitori e dei figli appare fra i più stretti nel confronto internazionale».
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