«Il meccanismo delle sovrafatturazioni era consolidato da tempo e serviva per creare fondi neri dai quali si attingevano soldi per manager e politici». Parola di Lorenzo Cola, l'ex consulente esterno di Finmeccanica in carcere da luglio perché coinvolto nell'affare Digint, l'ingresso di Gennaro Mokbel nel capitale della società partecipata al 49% da piazza Montegrappa. Negli ultimi verbali di interrogatorio, in particolare in quello del 21 novembre, Cola delinea con chiarezza il sistema di sovrafatturazioni e pagamenti che venerdì ha portato i carabinieri del Ros e le Fiamme Gialle nelle sedi dell'Enav e della Selex Sistemi Integrati, la controllata di Finmeccanica amministrata da Marina Grossi, moglie del presidente e ad del gruppo, Pierfrancesco Guarguaglini, indagata per corruzione e frode fiscale. «Se le ditte volevano lavorare me dovevano paga'. E pure gli altri» dice Cola ai pm, che indagano su una decina di commesse, tra cui quelle per gli aeroporti di Palermo, Napoli e Lamezia Terme. Il meccanismo, spiega l'ex consulente, prevedeva che gli appalti di Enav venissero affidati direttamente, senza il ricorso alla gara ad evidenza pubblica, alla Selex Si, che a sua volta li girava a Techno Sky, controllata al 100% da Enav. Questa società provvedeva poi a subappaltare ancora le commesse a una serie di aziende, quelle oggetto delle perquisizioni di venerdì: Print Sistem, Arc Trade, Aicom, Simav Sistemi manutenzione avanzati, Renco e Auxilium-trade. Una girandola di passaggi che, tramite il ricorso alla fatturazione di operazioni e lavori inesistenti, serviva a fare lievitare i costi e a creare provviste extrabilancio per milioni di euro da destinare al pagamento di manager e politici. Proprio i pagamenti destinati a foraggiare i costi della politica, riferiscono fonti investigative, potrebbero essere il prossimo capitolo dell'inchiesta.
Per ora nel registro degli indagati non figurano politici. Ci sono invece, per frode fiscale e sovrafatturazioni, il presidente di Enav, Luigi Martini, Bruno Nieddu, ex presidente e ora consigliere di amministrazione dell'Ente, Letizia Colucci e Manlio Fiore, rispettivamente condirettore e direttore di Selex Si, Fabrizio Testa, ex presidente di Techno Sky, Tommaso Di Lernia, titolare di Print System, Lorenzo Borgogni, braccio destro di Guarguaglini e direttore centrale delle relazioni esterne di Piazza Montegrappa che, secondo i pm, avrebbe sponsorizzato per gli appalti dell'Enav le società Arc Trade, Simav e Renco. In cambio di denaro, sospettano i pm, che però devono ancora trovare riscontri a tale ipotesi, tanto che a Borgogni non viene contestata la corruzione. In almeno una circostanza, ha riferito Cola ai magistrati, Borgogni «ricevette in contanti» un compenso di poco meno di 300mila euro. Nella lista degli indagati, anche per il reato di corruzione, figurano lo stesso Cola, il suo commercialista, nonché titolare della Arc Trade, Marco Iannilli, l'ad di Enav, Guido Pugliesi, il consigliere di amministrazione di Enav, Ilario Floresta, e Marina Grossi. Che ieri, in una nota, insieme agli altri vertici di Selex Si indagati, ha ribadito la propria «completa e totale estraneità alle ipotesi di reato sommariamente descritte nel decreto di perquisizione portato a conoscenza dai pm». I vertici della società «si dichiarano disponibili a fornire tutte le spiegazioni e tutti i chiarimenti necessari appena saranno messi in grado di approntare una valida confutazione, dopo che sarà loro fornita una chiara e precisa descrizione dei presunti fatti illeciti loro addebitati».
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