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28 nov 2010

John Elkann: il piano su Mirafiori conferma la serietà dell'impegno Fiat



"Ora prevalga la responsabilità"
Lunedì a Torino via al confronto

Il piano per Mirafiori «conferma, ancora una volta, la serietà della Fiat ed il suo impegno», ora deve prevalere «il senso di responsabilità» e si deve arrivare ad un accordo in tempi brevi. A chiederlo è il presidente del Lingotto, John Elkann, che vede primi «segnali incoraggianti anche dal sindacato». 

Elkann parla di «una prospettiva importante per Mirafiori, sia come investimento perchè parliamo di più di un miliardo di euro, sia per i prodotti che sono nuovi, sia per le prospettive che questi hanno» e sottolinea che «da questa iniziativa si può vedere la forza che l'alleanza con Chrysler ha. I prodotti che intendiamo produrre a Mirafiori verranno venduti in tutto il mondo, anche in Nord America, e questa è una grande opportunità» 

Lunedì a Torino parte il confronto sul merito del piano con i sindacati, che andrà avanti tutta la settimana. Sul tavolo ci sono questioni delicate come quella dei nuovi turni di lavoro e del modello proposto dalla Fiat per l'organizzazione del lavoro molto simile a quello per Pomigliano. E proprio su questo la Fiom mette già le mani avanti e continua a chiedere una discussione complessiva su Fabbrica Italia. «C'è la volontà di ripartire da un foglio bianco, noi siamo pronti - spiega il segretario generale, Maurizio Landini - ma la trattativa non si fa sotto dettatura, deve essere vera. Non possiamo pensare di riscrivere il modello Pomigliano». «È vero, come dice Elkann, che serve responsabilità - aggiunge Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom nazionale - ma da ambo le parti. Bisogna uscire dalle provocazioni ideologiche continue a cui siamo stati sottoposti negli ultimi mesi e risolvere i problemi senza pregiudiziali e senza peggiorare le condizioni di lavoro». 

Per Roberto Di Maulo, segretario generale del sindacato autonomo Fismic, «il sindacato dovrà dimostrare adeguato senso di responsabilità rispetto alla posta in palio che l'azienda ha messo in campo». E aggiunge: «Ci sono tre punti fermi: la clausola di responsabilità, la disponibilità reale al pieno utilizzo degli impianti, il fatto che a portare avanti l'investimento sia una società identica a quella di Pomigliano. Tutto il resto si può discutere». 

«Non bisogna avere fretta - osserva Rocco Palombella, numero uno della Uilm - bisogna dare ai lavoratori il tempo necessario per capire la posta in gioco». L'Ugl metalmeccanici della Basilicata chiede «garanzie precise sulla salvaguardia di tutti i posti di lavoro alla Sata di Melfi». 

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