IMPOSTA FORFETTARIA DEL 10% IN TRE ANNI PER INCENTIVARE I GIOVANI A CREARE NUOVE IMPRESE
Il premier: «Dimostri che pensa al Paese». Cesa: «Si dimetta lui». Bonaiuti poi corregge il tiro sul leader Fli
ROMA - «All'Udc suggerisco un appoggio esterno al governo». È l'indicazione che il presidente del Consiglio ha rivolto al partito di Pier Ferdinando Casini durante la conferenza stampa per presentare un pacchetto di misure per l'occupazione giovanile. «Ciascuno dovrebbe restare fedele al voto ricevuto. L'Udc si è presentato da solo, per l'opposizione di Gianfranco Fini che non voleva facesse un accordo con il Pdl. Oggi l'Udc avrebbe l'occasione di dimostrare che non pensa solo al tornaconto del proprio leader, ma a quella del Paese che ha necessità di avere una maggioranza stabile», ha aggiunto Berlusconi.
BOSSI - Secondo il leader della Lega, un eventuale appoggio dei centristi al governo «sarebbe positivo». «Se la vedano loro. Berlusconi è il capo», ha detto conversando con i giornalisti. «Berlusconi sa, io non so, noi daremo il voto della Lega - ha aggiunto -. La fiducia la voteranno non solo i finiani ma anche a sinistra perchè tutti hanno paura di andare al voto. La crisi ora sarebbe veramente pericolosa».
UDC - Pronta la replica di Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc: «I suoi consigli sono troppo interessati per risultare credibili. Pensi lui all'interesse del Paese e non perda un'occasione storica: si dimetta e apra una fase politica nuova». «Prima Berlusconi deve dimettersi, poi siamo disposti a discutere di soluzioni per il bene del Paese», ha aggiunto il presidente del partito, RoccoButtiglione. Ironico il capogruppo dell'Udc alla Camera, Casini: «Com'è buono e premuroso Berlusconi, ci tiene tanto. Ma non perdiamo tempo...». Sul tema replica anche il deputato finiano Fabio Granata: «La risposta dell'Udc è positiva perché vuol dire che si sta ragionando sul futuro dell'Italia e non sulla semplice sostituzione dei nostri ministri con i loro».
FINI - Poi il capo del governo ha risposto a Fini, il quale gli aveva chiesto di fare «un passo indietro». «Credo che a farlo dovrebbero essere altri, come il presidente della Camera che invece di essere super partes è stato di parte e ha fondato un partito sulla sua figura di leader».
BONAIUTI - Un'affermazione quest'ultima corretta poi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti: «Leggiamo alcune agenzie di stampa erroneamente titolate, nella quali si asserisce che il Presidente Berlusconi avrebbe chiesto le dimissioni del Presidente Fini. È sufficiente leggere le dichiarazioni testuali del Presidente Berlusconi per comprendere che così non è. L'invito a fare il passo indietro riguardava, con ogni evidenza, la posizione politica e le indicazioni, anche odierne, di alcuni esponenti di Futuro e Libertà di votare la sfiducia al Governo, nonchè - prosegue Bonaiuti - l'ennesima richiesta di dimissioni del Presidente Berlusconi, fatti che contrastano con la conclamata volontà degli elettori».
MAGGIORANZA ED ELEZIONI - Berlusconi era intervenuto anche sul voto di fiducia del prossimo 14 dicembre: «Avremo una maggioranza, una buona maggioranza sia al Senato sia alla Camera. Se alla maggioranza della fiducia non dovesse seguire una maggioranza capace di rendere possibile l'approvazione delle riforme, ci recheremo dal capo dello Stato e chiederemo il ritorno alle elezioni».
GOSSIP E DISINFORMAZIONE - «Ha ragione Sarkozy: basta disinformazione. Questo governo continua a lavorare nonostante il gossip e le polemiche», ha detto Berlusconi, che poi con una battuta a differenza del presidente francese si è detto sicuro che tra i giornalisti presenti alla conferenza stampa non ci sia alcun pedofilo. «Il presidente del Consiglio ha raggiunto un risultato epocale al vertice Nato di venerdì e sabato, e invece i giornali hanno titolato su una vicenda di gossip, quasi non mettendo in prima pagina un traguardo impensabile. Il Tg3 poi è anche peggio di Telekabul».
POLEMICHE - Il Cavaliere non ha lesinato poi battute a tutte le polemiche di questi giorni. A chi chiede al governo di fare di più, come il presidente della Ferrari Luca di Montezemolo, risponde: «Parlare è facile, fare i fatti è difficile. E noi stiamo facendo i fatti. Ho sentito affermazioni sul fatto che l'Italia non riesce ad aumentare il Pil al pari di altri Paesi. Si dimentica che abbiamo ricevuto eredità drammatiche dai governi precedenti, che pesano sulla nostra economia e che non possono essere risolte con un colpo di bacchetta magica».
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